
Allerta alimentare, parlano i medici: a cosa stare attenti in estate - Biopianeta.it
Scatta l’allarme, a cosa bisogna stare assolutamente attenti questa estate: parlano i medici. Cosa c’è da sapere.
Una nuova allerta alimentare sta destando forte preoccupazione tra gli esperti di salute pubblica e infettivologi: il batterio Vibrio vulnificus, noto come il microrganismo “mangiacarne”, è responsabile di un aumento significativo di infezioni gravi e decessi legati al consumo di molluschi crudi, in particolare ostriche.
Negli Stati Uniti e in alcune aree del Mediterraneo, questo batterio continua a rappresentare una minaccia crescente, favorita dal cambiamento climatico e dalle condizioni ambientali mutate.
Il Vibrio vulnificus: un batterio letale in acque marine salmastre
Il Vibrio vulnificus è un batterio appartenente al gruppo dei vibrioni, presente in ambienti marini caldi e salmastri come lagune, estuari e coste poco profonde. La sua pericolosità deriva dalla capacità di provocare infezioni cutanee gravi, in rapida espansione, per cui è soprannominato “batterio mangiacarne”. La trasmissione avviene principalmente attraverso il contatto di ferite aperte con acqua contaminata, oppure tramite il consumo di molluschi filtratori come ostriche e vongole, spesso consumati crudi o poco cotti.
Secondo l’infettivologo Matteo Bassetti, direttore del reparto di Malattie Infettive del Policlinico San Martino di Genova, il fenomeno è strettamente collegato ai cambiamenti climatici. L’aumento delle temperature marine e la riduzione della salinità favoriscono la proliferazione del batterio nelle acque costiere, incrementando così i rischi associati al consumo di prodotti ittici crudi. Inoltre, eventi meteorologici estremi come uragani e tempeste possono spingere acque contaminate verso l’entroterra, aumentando le possibilità di esposizione umana.
Gli Stati Uniti rappresentano il territorio maggiormente colpito, con un incremento significativo delle infezioni da Vibrio vulnificus lungo la costa atlantica. Dal 1988 al 2018, i casi sono aumentati di otto volte, con una progressiva espansione dell’area geografica interessata verso nord di circa 50 km ogni anno. Nel 2024, in Florida sono stati registrati 82 casi di infezione e 19 decessi, quasi il doppio rispetto all’anno precedente. Nei primi mesi del 2025, si contano già 11 casi e 4 morti, un dato che evidenzia la gravità della situazione.

Anche lungo la costa orientale degli Stati Uniti, in stati come Connecticut, New York e Carolina del Nord, si registrano ogni anno tra i 150 e i 200 casi, con un tasso di mortalità di circa il 20%, spesso entro 24-48 ore dall’insorgenza dei sintomi. La rapida evoluzione delle infezioni rende urgente un intervento tempestivo e mirato. In Europa, sebbene la presenza di questo batterio sia ancora rara, sono stati documentati casi in alcune zone del Mediterraneo, come lo Stretto di Messina. Il riscaldamento globale potrebbe favorire una diffusione più ampia anche nel nostro continente, rendendo necessarie maggiori attenzioni e controlli.
Le manifestazioni cliniche del Vibrio vulnificus variano in base alla via di infezione. Nel caso di esposizione di ferite all’acqua contaminata, si sviluppano infezioni cutanee caratterizzate da gonfiore, rossore, dolore intenso, vesciche e necrosi, con possibile evoluzione verso la fascite necrotizzante. Queste condizioni richiedono spesso interventi chirurgici, talvolta amputazioni, per contenere la diffusione del tessuto infetto. Se l’infezione avviene attraverso il consumo di molluschi contaminati, i sintomi si manifestano invece con disturbi gastrointestinali come diarrea, nausea, vomito e febbre.
Nei soggetti immunocompromessi o con patologie epatiche preesistenti, il batterio può penetrare nel flusso sanguigno, provocando una setticemia grave e potenzialmente fatale. Il trattamento standard prevede l’uso tempestivo di antibiotici efficaci contro il vibrione, ma nei casi più seri è indispensabile intervenire chirurgicamente. La tempestività nella diagnosi e nella gestione clinica è fondamentale per ridurre il rischio di esiti letali.