Curiosità

Come il riscaldamento globale modifica il gusto del vino

Tra le conseguenze della crisi climatica le "sofferenze" arrivano anche nel comparto agroalimentare

Il riscaldamento globale sta causando non poche conseguenze all’ambiente, alla natura e agli animali. Adesso a pagare lo scotto anche il vino. La crisi climatica, infatti, fra i suoi effetti potrebbe alternare anche il gusto della bevanda derivata dall’uva.


Se le temperature sempre più alte stanno permettendo di piantare la vite anche in aree in cui prima era impossibile, dall’altro lato il riscaldamento globale potrebbe provocare effetti non trascurabili al prodotto finale: il vino. In Inghilterra, ad esempio, c’è stata una produzione di vini davvero clamorosa negli ultimi anni. Ma il vantaggio apparente è oscurato da un problema molto più importante. A cambiare è il gusto, perché cambiano le condizioni geografiche e perché cambia la composizione del suolo. Difficile, quindi, mantenere sempre gli stessi sapori che caratterizzano da sempre certi vitigni storici. A dare conferma a quanto detto uno studio, durato tre anni nell’ambito del progetto europeo Red and White, i cui risultati sono pubblicati su Horizon, il magazine scientifico dell’Unione Europea.

il riscaldamento globale cambia il vino
Vino rosso, bottiglia e bicchiere – BioPianeta

Cosa cambia nel vino

Sono diversi i fattori ambientali coinvolti in questa vicenda. In francese si usa il termine “terroir” per racchiuderli tutti e nello specifico si tratta di: profilo climatico, profilo geografico e suolo. Queste caratteristiche combinate determinano il sapore del vino. Il problema sta nel fatto che sono proprio tutte queste caratteristiche a modificarsi a causa del riscaldamento globale. Infatti, per esempio, le temperature più alte portano l’uva a maturare prima e quindi a produrre vini più alcolici (in certo casi troppo alcolici). Per produrre il Bordeaux, ad esempio, un famoso vino francese, le autorità hanno autorizzato l’utilizzo di vitigni più acidi, per contrastare l’aumento del tasso alcolico.

Quindi se da un lato nuovi terreni sono adibiti alla produzione di vitigni, dall’altro le viti storiche stanno subendo conseguenze non trascurabili. Come si legge in un articolo pubblicato su Focus, ci sono poi alcuni vitigni che stanno letteralmente ‘migrando‘ verso condizioni più ideali nelle quali crescere e senza richiedere correzioni nel corso della produzione del vino. In tal senso è un esempio il Pinot nero. Questo vino è da sempre un simbolo della Borgogna vinicola, ma ora pare si trovi costretto a ‘migrare’ verso nord, in Germania, dove le temperature sono più miti. Il risultato, però, è un vino diverso da quello originale. Poiché, i suoli tedeschi sono ovviamente diversi da quelli francesi.

vino risso e bianco
Calici di vino rosso e bianco – BioPianeta

Possibile adattarsi?

In sostanza, dunque, al momento pare non si possa dire che il problema della mutazione del gusto di molti vini abbia trovato una soluzione stabile e concreta. Si tratta piuttosto di un’intera industria, quella vinicola, costretta ad adattarsi di volta in volta alle nuove condizioni, alla ricerca di soluzioni più conformi alla produzione di un dato vino. In conclusione, tornando allo studio pubblicato su Horizon, si trova un importante suggerimento che lascerebbe intravedere una soluzione nel microbioma delle vigne.

Ovvero la possibilità di trovare batteri che possano fungere da alleati e quindi in grado di mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici sul vino. Considerando come la carenza d’acqua procuri gravi conseguenze sulla produzione agricola, questi batteri potrebbero, ad esempio, aiutare a trattenere l’acqua in periodi di siccità. Oppure un’ulteriore soluzione potrebbe essere individuare i batteri che combattono i patogeni. In ogni caso è chiaro che si tratti di un adattamento e che i cambiamenti saranno inevitabili.

Francesca Perrone

Cultura, Ambiente & Pets Messinese trasferita a Roma per gli studi prima in Scienze della Comunicazione Sociale presso l'Università Pontificia Salesiana, con una tesi su "Coco Chanel e la rivoluzione negli abiti femminili", poi per la specializzazione in Media, Comunicazione Digitale e Giornalismo alla Sapienza. Collabora con l'Agenzia ErregiMedia, curando rassegne stampa nel settore dei rally e dell'automobilismo. La sue passioni più grandi sono la scrittura, la moda e la cultura. Responsabile dei blog di VelvetMAG: VelvetPets (www.velvetpets.it) sulle curiosità del mondo animale e di BIOPIANETA (www.biopianeta.it) sui temi della tutela dell'ambiente e della sostenibilità.
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