Una startup inglese ha messo a punto un carburante realizzato in parte con i fondi del caffè: l’idea è quella di alimentarvi i diecimila bus che circolano a Londra, per ridurre le emissioni di carbonio.
I fondi del caffè, si sa, sono riutilizzabili in decine di modi, creando uno scrub per la pelle o un fertilizzante naturale per le proprie piante. Gli inglesi sono andati oltre, e sfruttando i residui della bevanda hanno messo a punto addirittura un carburante al caffè con cui, a partire dai giorni scorsi, vengono alimentati alcuni dei bus che circolano a Londra. L’idea è della startup inglese Bio-bean che, in collaborazione con la Shell e la Argent Energy ha creato un tipo di carburante costituito per il 20 per cento da componenti bio: un mix di idrocarburi naturali tra cui, appunto, il caffè.
I londinesi sono noti per la loro passione per il the, è vero, ma, secondo il New York Times, bevono 2,3 tazze di caffè al giorno, da cui si ricavano circa duecentomila tonnellate di fondi. L’idea della Bio-bean parte dal presupposto che i rifiuti possono essere sempre in qualche modo sfruttati: in effetti a Londra molti dei noti bus rossi a due piani vengono già alimentati con scarti alimentari o con il grasso derivante dalla lavorazione della carne, ma il caffè non era mai stato in considerazione prima di adesso. L’azienda ha prodotto seimila litri di carburante al caffè, sufficiente per rifornire un solo bus per un intero anno: l’obiettivo è quello di farlo con i circa diecimila autobus londinesi, che hanno bisogno di circa 240 milioni di diesel l’anno.
La Bio-bean produce il suo carburante al caffè recuperando i fondi da bar, aziende e ristoranti: i residui vengono fatti seccare nello stabilimento di Alconbury, a 20 km da Cambridge, per poi estrarne un olio che viene prima miscelato con altri biocarburanti e poi aggiunto al diesel, presente ancora per l’80 per cento: si sta però già lavorando per arrivare a produrre un carburante composto da caffè al 100 per cento. L’utilizzo del carburante al caffè non prevede una modifica ai motori dei bus, e permette di ridurre le emissioni di carbonio prodotte dai mezzi in una percentuale che varia dal 10 al 15 per cento. Un ottimo risultato che l’azienda, già nota per aver sviluppato un processo di riciclo del caffè da usare combustibile per stufe domestiche e camini, vuole esportare, pensando già ai grandi risultati che si otterrebbero in paesi come l’Italia, dove si si consumano più di 39 miliardi di tazzine di caffè all’anno.
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