
Attenzione ai viaggi in Europa, rischi di pagare una tassa di soggiorno da record: le 4 città da evitare - biopianeta.it
Tassa di soggiorno, in queste città europee la paghi il triplo: meglio evitare queste 4 sono le peggiori!
Negli ultimi anni, diverse città italiane hanno rivisto al rialzo la propria tassa di soggiorno, con l’obiettivo di finanziare interventi per la manutenzione del patrimonio artistico, la promozione turistica e la gestione dei servizi ai visitatori. Tra le mete più costose figura Venezia, dove la tassa è aumentata sensibilmente, arrivando a superare anche i 10 euro a notte per persona, soprattutto nei periodi di alta stagione e nei quartieri più centrali.
Non meno rilevanti sono i valori registrati a Firenze e Roma, due delle città d’arte più visitate al mondo. A Firenze, la tassa può arrivare fino a 7 euro a notte, mentre nella capitale si è assistito a un incremento graduale che porta la tariffa media intorno ai 6 euro. Anche località turistiche di grande richiamo come Milano e Napoli applicano tariffe simili, con Milano che ha introdotto diverse fasce in base alla categoria dell’alloggio.
Le cifre più alte, tuttavia, si riscontrano in alcune località di montagna e di mare particolarmente esclusive. In località come Cortina d’Ampezzo o la Costiera Amalfitana, la tassa di soggiorno può raggiungere punte di 50 euro a notte per persona. Soprattutto in strutture di lusso e durante eventi speciali o festività. Questo fenomeno è legato non solo all’elevata qualità dei servizi offerti, ma anche alla necessità di gestire in modo sostenibile il flusso turistico in territori particolarmente delicati.
Tassa di soggiorno, in questi posti la paghi il triplo
La tassa di soggiorno è generalmente applicata per ogni persona che pernotti in una struttura ricettiva situata all’interno del territorio comunale. Le modalità di calcolo variano a seconda delle decisioni adottate dai singoli enti locali, ma di solito si basa su una tariffa fissa per notte oppure su fasce di prezzo che tengono conto della categoria dell’alloggio (hotel, bed & breakfast, ostelli, case vacanze).

È importante sottolineare che spesso sono previste esenzioni o riduzioni per determinate categorie di viaggiatori. Come i bambini fino a una certa età, persone con disabilità o soggiorni di lunga durata. Inoltre, la tassa viene generalmente riscossa direttamente dalla struttura ricettiva al momento del check-in o del check-out, che la versa poi all’ente comunale.
L’incremento della tassa di soggiorno ha suscitato dibattiti sia tra i turisti che tra gli operatori del settore. Da un lato, si riconosce che questa imposta rappresenta una risorsa fondamentale per garantire la sostenibilità del turismo. Soprattutto nelle città d’arte e nelle località più affollate, dove la pressione sulle infrastrutture è elevata.
Dall’altro lato, molti viaggiatori lamentano che tariffe troppo alte possono disincentivare le visite o indirizzare il turismo verso destinazioni alternative meno costose. In risposta a queste preoccupazioni, alcuni comuni stanno sperimentando modelli più flessibili, come sconti in bassa stagione o incentivi per soggiorni prolungati. Inoltre, la digitalizzazione dei pagamenti e la trasparenza nella comunicazione delle tariffe aiutano i turisti a pianificare meglio le proprie spese.