
Il gruppo Menarini ha concluso l’anno 2024 con un fatturato di 4,603 miliardi di euro, registrando un incremento del 5,2% rispetto ai 4,375 miliardi del 2023. L’annuncio è avvenuto durante una conferenza stampa tenutasi a Firenze il 15 gennaio 2025, alla presenza di Lucia Aleotti, azionista e membro del consiglio di amministrazione di Menarini, e di Elcin Barker Ergun, amministratrice delegata dell’azienda.
Risultati finanziari e produzione
L’Ebitda per il 2024 si attesta tra i 430 e i 460 milioni di euro, in crescita rispetto ai circa 350 milioni dell’anno precedente. Menarini ha prodotto internamente 609 milioni di confezioni di farmaci e mantiene un organico stabile di 17.800 dipendenti. Durante l’incontro, Aleotti ha sottolineato che gli investimenti in ricerca e sviluppo ammontano a 500 milioni di euro, pari all’11% del fatturato farmaceutico, un dato anch’esso in aumento rispetto ai 476 milioni del 2023.
Aleotti ha evidenziato come l’azienda abbia affrontato negli ultimi anni sfide significative, tra cui la scadenza di brevetti di farmaci cruciali, che ha comportato una riduzione del fatturato superiore ai 300 milioni di euro. “Essere qui oggi e annunciare che non solo abbiamo recuperato questi 300 milioni, ma che abbiamo superato i 4,6 miliardi, è motivo di grande soddisfazione per noi”, ha dichiarato Aleotti.
Attività negli Stati Uniti e prospettive di sviluppo
Riguardo alle operazioni negli Stati Uniti, Aleotti ha menzionato un piccolo stabilimento di produzione e diagnostica, oltre a collaborazioni con aziende americane per la produzione di farmaci oncologici. “I dazi non impattano sulla nostra società”, ha affermato, sottolineando l’attrattività del mercato statunitense per le imprese europee nel settore farmaceutico. Ha anche osservato che molte aziende europee stanno pianificando significativi investimenti negli Stati Uniti nei prossimi anni, escludendo la possibilità di una penalizzazione da parte delle imprese europee.
Aleotti ha espresso preoccupazione riguardo alla situazione dell’industria farmaceutica in Europa, affermando che “l’Europa si sta facendo male da sola” con decisioni che potrebbero compromettere il settore, considerato tra i più avanzati in termini di ricerca e innovazione. Ha citato le recenti dichiarazioni del presidente Draghi sui “dazi autoinflitti” dall’Unione Europea, che ha imposto regole e burocrazie che possono ostacolare la competitività delle aziende europee.
Secondo Aleotti, l’Unione Europea ha limitato lo spirito imprenditoriale, creando un contesto normativo che non tiene conto della crescente competizione globale, in particolare da parte delle aziende cinesi, che beneficiano di un forte supporto governativo per innovare e competere.