Questa particolare specie di fiori galleggianti può aiutarci a salvare il pianeta: l’abilita segreta
I ricercatori di tutto il mondo ce la stanno mettendo tutta per trovare modi alternativi di combattere l’inquinamento.
Per quanto riguarda in particolare l’inquinamento acquatico, uno studio condotto da un gruppo di ricercatori della Florida ha rivelato una nuova modalità per estrarre azoto e sostanze nutritive grazie a una modalità alternativa di coltivazione di fiori su piattaforme poggiate proprio sull’acqua.
Utilizzando piattaforme galleggianti poco costose, il team di ricercatori è riuscito a coltivare fiori su corsi d’acqua inquinati, ottenendo risultati notevoli nella raccolta dei nutrienti e offrendo una strada promettente per la pulizia ambientale e il risparmio economico per questa pratica che è solitamente molto costosa.
Le calendule giganti sono i fiori più adatti per la coltivazione acquatica
Lo studio è stato condotto su un periodo di 12 settimane, rivelando che questi giardini galleggianti sono in grado di estrarre il 52% in più di fosforo e il 36% in più di azoto rispetto a quanto viene naturalmente rimosso dal ciclo dell’azoto dell’acqua.
Si tratta di un importante passo avanti negli sforzi per ripulire i bacini idrici inquinati, che soffrono di un eccessivo deflusso di sostanze chimiche dannose da fattorie e fosse settiche. Dai risultati emersi dalla ricerca, è venuto fuori il potenziale di alcuni tipi di fiori, in particolare le calendule giganti, che si sono rivelati particolarmente efficaci in questo processo.
Queste calendule non solo prosperano sulle zattere galleggianti, ma producono anche fiori e steli commercialmente validi, rendendole un’opzione attraente per il mercato dei fiori recisi, un’industria multimiliardaria.
Il duplice vantaggio di risanamento ambientale e opportunità economica è particolarmente rilevante in aree come Miami, il cuore del commercio di fiori recisi negli Stati Uniti, dove si trova anche l’Istituto di ricerca che ha condotto lo studio in questione.
Ispirandosi alle tradizionali pratiche agricole galleggianti, come i chinampas degli Aztechi in Messico e gli insediamenti sulle isole degli alberi dei Miccosukees in Florida, il team ha esplorato la fattibilità della coltivazione di fiori recisi su zattere per raccogliere i nutrienti in eccesso dai corsi d’acqua.
Per i loro esperimenti, i ricercatori dell’Istituto di Ricerca che si trova in Florida hanno utilizzato tappetini galleggianti della misura di 10 piedi (equivalenti a quasi un metro quadrato) realizzati in schiuma di polietilene, noti come Beemats, posizionati in vasche all’aperto che imitavano le condizioni dei vicini corsi d’acqua inquinati.
Le vasche erano rifornite di piantine di zinnie, girasoli e calendule giganti, che sono maturate nel corso dello studio, migliorando significativamente la qualità dell’acqua.