Vivere green

Come recuperare l’acqua piovana per innaffiare il giardino senza pesare sulla bolletta, funziona davvero

La siccità è uno dei problemi “caldi” del momento, e in vista dell’estate occorre aguzzare l’ingegno. Ecco come sfruttare l’acqua piovana. 


Tra le tante emergenze del momento c’è anche quella della scarsità di precipitazioni e, dunque, del rischio siccità per i prossimi mesi caldi. Il cambiamento climatico è una realtà che ci impone, tra le altre cose, di non sprecare neppure una goccia dell’oro blu che cade dal cielo: l’acqua piovana. Si tratta di una fonte importantissima, da cui attingere il più possibile per essere ecosostenibili.

Esiste un sistema pratico che può far bene all’ambiente, oltre che alle nostre tasche. L’acqua piovana raccolta in opportuni recipienti può essere messa da parte e poi utilizzata per irrigare piccole coltivazioni e piante che abbiamo in casa e che vogliono bene più di ogni altra cosa. Vediamo insieme la soluzione più efficiente e sostenibile per questa operazione di riciclo.

Il recupero dell’acqua piovana dalla A alla Z

I principali sistemi di recupero si sviluppano a partire da un deviatore da montare sulla discesa dalla grondaia, in grado di convogliare l’acqua piovana in un apposito contenitore, al cui interno può essere installato un filtro per eliminare foglie e rametti. 

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Basta montare un deviatore sulla discesa di una grondaia per fare un’utile scorta di acqua piovana. (Biopianeta.it)

In commercio sono disponibili cisterne per acqua piovana di vario tipo: in legno con guaina interna in PVC, sagomata, robusta e resistente al gelo, oppure in plastica. Ed è possibile collegare insieme più vasche. Per il prelievo dell’acqua dalla cisterna, però, occorre una pompa che alimenti una lancia per annaffiare.

Si può anche optare per una vasca interrata, con un tubo di prelievo collegato al sistema di pompaggio. Una cisterna da 3000 – 6000 litri è in genere sufficiente: l’importante è collocarla il più possibile vicino all’abitazione, in un luogo facilmente accessibile, e assicurarsi che la tubazione di prelievo rispetti una leggera pendenza a salire.

Soluzioni simili si prestano benissimo naturalmente a chi vive in campagna, ma nella maggior parte di casi possono essere adottate – con tutte le limitazioni del caso – anche ai condomini di città. Un’ulteriore opzione è quella del classico pozzo, sicuramente l’ideale per chi ha un giardino o un orto di grandi dimensioni.

Ma in questo caso la trafila (autorizzazioni in comune, perizie e permessi vari) e i costi connessi all’opera sono più importanti. Senza contare il fatto che non tutti hanno un ampio spazio esterno con una fonte così preziosa sotto terra.

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