Tartufo, cambiano le regole. Polemiche in Toscana: “Ci rimettiamo tutti”
In questo momento in Toscana ci sono molte polemiche sulle nuove regole introdotte nel mondo del tartufo. Ecco cosa sta succedendo.
Il tartufo ha una storia antichissima, risalente addirittura al I secolo d.C. Infatti, le prime notizie di questo fungo della terra sono scritte in un antico libro chiamato Naturalis Historia, scritto dal grande Plinio il Vecchio. Inoltre, grazie anche al filosofo greco Plutarco di Cheronea, si pensava che il tartufo fosse il prodotto di una combinazione di acqua e fulmini.
Per questo motivo molti poeti di quell’epoca credevano che il famoso fungo, che cresce sottoterra, nascesse a causa dei fulmini scagliati dal Dio Giove. Nel Medioevo, invece, il tartufo era un cibo prelibato e molto apprezzato dai nobili. Anzi, alcuni affermavano che si trattava di un alimento che generava un effetto estatico sull’essere umano.
Le nuove regole sul tartufo: tutto ciò che devi sapere
Come tutti sanno, il tartufo è un vero e proprio gioiello della natura, soprattutto del settore agroalimentare della Toscana. In modo particolare, bisogna ricordare il tartufi di San Miniato e delle Crete Senesi, i quali sono considerati di un livello eccelso. Inoltre, dietro la raccolta di questo speciale fungo si cela una storia e una tradizione lunghissima, addirittura di molti secoli. Tuttavia, recentemente la Regione Toscana ha deciso di cambiare alcune importanti regole, riguardanti la ricerca, la raccolta e la coltivazione del pregiato tartufo.
Purtroppo, la nuova normativa non è piaciuta a molti toscani, perciò sono nate una serie di polemiche: secondo la nuova legge il tartufo non è un prodotto agricolo. Chiaramente, tutto questo ha fatto incollerire gli agricoltori, poiché penalizza una serie di aziende, e di istituti. Inoltre, molti affermano che la nuova legge tutelerebbe i cercatori e non i coltivatori professionisti. Ciononostante, la legge è stata approvata a fine luglio dal consiglio regionale, poiché c’è l’esigenza di migliorare e rimodernare il settore per adeguarlo ai tempi.
Pertanto, in questa normativa si ridefiniscono i ruoli regionali e comunali, si individuano in modo dettagliato le modalità e i luoghi su cui praticare la ricerca del tartufo, si stabiliscono anche le date per la raccolta e si cerca di tutelare il clima e l’ambiente. Un altro obiettivo è la protezione e la conservazione delle aree in cui cresce il prezioso fungo.
E non solo: coloro che devono cercare e raccogliere i tartufi devono possedere un’idoneità, la quale verrà ottenuta dopo un percorso formativo con tanto di esame finale. In più, si dovranno rispettare anche le regole sulle dimensioni del tartufo: la nuova legge prevede dei limiti sulle dimensioni e anche un addestramento specifico dei cani utilizzati per la ricerca.