Salute e benessere

Danni del condizionatore: potrebbe causare morti entro il 2050

L’eccessivo utilizzo del condizionatore potrebbe diventare un nemico e causare centinaia di morti entro il 2050: uno studio ha analizzato l’impatto dell’aria condizionata sull’inquinamento atmosferico legato al relativo aumento delle malattie e numero di decessi

Utilizzare troppo il condizionatore per proteggersi dall’eccessivo calore della temperatura esterna potrebbe essere causa di danni molto gravi all’atmosfera stessa e alla salute dell’uomo. Al punto che, secondo uno studio condotto dai ricercatori della University of Wisconsin-Madison, e pubblicato sulla rivista Plos One, i condizionatori potrebbero causare centinaia di morti entro il 2050.

Lo studio si è infatti concentrato sull’analisi dell’impatto dell’aria condizionata sui livelli di inquinamento atmosferico: più se ne useranno a causa dell’aumento delle temperature, più verranno rilasciati agenti inquinanti nell’aria che potranno causare numerosi morti. Se ad esempio la temperatura aumentasse di 3,5 gradi nei prossimi trent’anni, l’inquinamento atmosferico aumenterebbe di conseguenza con la diffusione di polveri e di fuliggine nell’aria. I ricercatori hanno quantificato il numero dei decessi, che potrebbero essere di oltre seicento ogni anno solo negli Usa. Un impatto devastante sulla salute dell’uomo, con aumento dei problemi respiratori, del rischio di malattie cardiache e di morti premature.

Obiettivo della ricerca è quindi quello di sensibilizzare le persone rispetto ad un utilizzo consapevole del condizionatore, non di non usarlo. La soluzione per evitare un aumento eccessivo dell’inquinamento mantenendo l’aria condizionata è quello di passare a condizionatori domestici che siano “green” ricorrendo quindi a fonti di energia rinnovabili, che possano rinfrescare l’aria nelle nostre case senza inquinare quella esterna, in modo che le popolazioni che vivono nelle zone più calde  del pianeta e che non possono prescindere dal raffreddare l’aria.

Photo credit: Pixabay.it

LEGGI ANCHE:

 

 

Back to top button
Privacy