Curiosità

Via libera ai cani in ufficio: migliorano il clima lavorativo

La novità è stata introdotta negli uffici dell’assessorato alla Cultura di Genova, dove è permesso ai dipendenti portare il proprio cane


Portare il proprio cane in ufficio, per continuare ad occuparsi di lui e trarne benefici anche a livello lavorativo. Succede in Italia, a Genova, dove l’assessore alla Cultura Elisa Serafini ha dato l’autorizzazione ai dipendenti che lavorano a Palazzo Ducale a portare i propri cani negli uffici dell’assessorato. A patto, ovviamente, che nell’ufficio non vi siano persone allergiche o che abbiano paura, e che il cane sia tranquillo.

Dopo le prove che dimostrano che lavorare in un ambiente pet friendly diminuisca lo stress, e le storie di aziende che concedono ore per occuparsi dei propri cuccioli,  da qualche mese a Genova si vedono dei cani negli orari di lavoro. Come spiega sempre l’assessore alla Cultura, ciò evita che i dipendenti corrano a casa per portare fuori il cane: ora possono farlo durante la pausa pranzo. L’obiettivo è quello di incentivare le adozioni, grazie ad un’agevolazione che abbatte le remore di chi è restio a prendere un animale. Se l’iniziativa avrà successo, a Genova si è pronti ad estenderla, in primavera, anche ai musei civici della città, sempre però con i cani: con dei gatti non sarebbe possibile mantenere l’ordine. E così, ora sono quattro i cani – un barboncino, un carlino, un volpino e un cane da caccia – a visitare con frequenza le stanze di Palazzo Ducale.

L’esempio di Genova è il primo nell’ambito degli uffici pubblici, ma non il primo per quanto riguarda le aziende italiane. Nella sede milanese di Google e di Nintendo Italia, e dell’azienda Purina, è permesso portare i cani in ufficio: da uno studio condotto proprio da quest’ultima è emerso che il 68 per cento di chi ha espresso giudizio porterebbe il proprio cane in ufficio rinunciando ad esempio ai buoni pasto. Per un maggiore equilibrio tra lavoro e vita privata, senza dover rinunciare agli affetti (a quattro zampe).

Photo credit: Pixabay.it

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