
Legge 104, nuova agevolazione: cosa non devi pagare più - Biopianeta.it
Cosa non devi più pagare: anche queste spese finiscono nell’esonero per chi usufruisce della Legge 104: c’è una nuova agevolazione.
Le agevolazioni previste dalla Legge 104/1992 continuano a rappresentare un importante strumento per garantire diritti e tutele alle persone con disabilità, soprattutto nell’ambito della vita condominiale.
Abitare in un condominio può infatti presentare sfide burocratiche e pratiche, ma conoscere le normative e le esenzioni previste può fare la differenza, soprattutto per quanto riguarda la gestione delle spese comuni.
Spese condominiali e Legge 104: quali sono le agevolazioni
Chi beneficia della Legge 104 può usufruire di alcune agevolazioni specifiche riguardanti le spese condominiali, in particolare quando si tratta di interventi volti a superare o eliminare le barriere architettoniche. È importante sottolineare che non esiste una esenzione totale dalle spese condominiali, ma in determinati casi è possibile ottenere riduzioni, esoneri o detrazioni fiscali. Secondo quanto indicato dall’Agenzia delle Entrate, sono previsti sgravi fiscali come la detrazione Irpef al 50% per interventi di ristrutturazione edilizia, comprensivi di opere per l’installazione di ascensori, servoscala, rampe e ampliamenti di porte.
Questa detrazione si applica su un limite massimo di spesa di 96.000 euro per lavori realizzati fino al 31 dicembre 2024. Dal 1° gennaio 2025, la percentuale scende al 36% e il tetto massimo si riduce a 48.000 euro. La legge n. 234 del 2021 ha inoltre introdotto una detrazione del 75% per gli interventi finalizzati all’abbattimento delle barriere architettoniche su immobili esistenti, prorogata fino al 31 dicembre 2025. Tale agevolazione si applica con limiti di spesa differenziati in base alla tipologia dell’edificio:
- 50.000 euro per edifici unifamiliari o unità immobiliari indipendenti con accesso autonomo;
- 40.000 euro moltiplicati per il numero di unità immobiliari per edifici da due a otto unità;
- 30.000 euro moltiplicati per il numero di unità immobiliari per edifici con più di otto unità.
Per accedere a queste detrazioni, gli interventi devono rispettare i requisiti previsti dal decreto ministeriale 236/1989, che definisce le norme tecniche per garantire accessibilità e visibilità. Oltre alle detrazioni fiscali, è prevista anche un’IVA ridotta al 4% per l’acquisto e l’installazione di dispositivi che migliorano l’accessibilità all’interno degli immobili. Non vanno inoltre trascurati eventuali contributi e finanziamenti messi a disposizione dalle singole regioni per sostenere l’eliminazione delle barriere architettoniche. Il principio generale della ripartizione delle spese condominiali è disciplinato dall’articolo 1123 del Codice Civile, che stabilisce la proporzionalità in base al valore della proprietà, salvo diversa convenzione.

Tuttavia, per alcune spese, come quelle relative all’ascensore, è possibile richiedere esenzioni o riduzioni se il condomino con disabilità non può usufruirne. Un esempio tipico riguarda un disabile con gravi difficoltà motorie che abita al piano terra e non utilizza l’ascensore. In questo caso, può richiedere di essere esonerato dal pagamento delle spese di utilizzo dell’impianto, pur restando obbligato a contribuire alla manutenzione ordinaria e straordinaria. La richiesta deve essere formalizzata in assemblea condominiale, corredata da adeguata documentazione medica e tecnica, e approvata dai condomini.
In caso di dissenso, la controversia può richiedere l’intervento di un avvocato specializzato in diritto condominiale e, nei casi più complessi, può essere risolta tramite un giudice, con conseguenti tempi e costi aggiuntivi. Un aspetto spesso trascurato riguarda il diritto di eseguire a proprie spese opere per migliorare l’accessibilità anche senza il consenso dell’assemblea condominiale. Ciò è possibile a condizione che i lavori siano conformi alle normative tecniche e non compromettano la sicurezza, il decoro o le parti comuni dell’edificio.
Ad esempio, un condomino disabile ha il diritto di installare un servoscala o un montascale senza bisogno dell’approvazione assembleare, purché sostenga integralmente i costi dell’intervento. Questo diritto è sancito dalla normativa vigente e riflette il principio di pari dignità e accessibilità per tutti i cittadini. Il riconoscimento di questa facoltà è fondamentale per permettere a chi convive con disabilità di migliorare la propria qualità di vita in modo autonomo, senza essere ostacolato da votazioni o decisioni che potrebbero rallentare o impedire la realizzazione di opere indispensabili.