
La situazione clinica del Pontefice, attualmente in cura presso il Policlinico di Milano, è stata definita “stazionaria” nel bollettino diffuso dalla Sala Stampa Vaticana. Questo stato è considerato un segnale positivo, soprattutto in vista dell’aumento della fisioterapia, che potrebbe avere ripercussioni favorevoli sul decorso della sua salute. Nonostante le difficoltà, il Pontefice ha continuato a svolgere attività compatibili con la sua condizione attuale.
Commento del professor Blasi
Il professor Francesco Blasi, ordinario di Malattie Respiratorie presso l’Università di Milano e primario della Struttura Complessa di Pneumologia e Fibrosi Cistica al Policlinico, ha commentato che si può intravedere un “lieve miglioramento” delle condizioni generali del Pontefice, anche se il quadro rimane complesso e la prognosi è ancora riservata. Secondo l’esperto, l’apparato cardiovascolare è sotto controllo e le complicazioni renali sono rientrate. Inoltre, non ci sono state nuove crisi respiratorie, un aspetto positivo che contribuisce a una visione ottimistica della situazione.
Necessità di ventilazione
Tuttavia, il Pontefice continua a necessitare di lunghi periodi di ventilazione, sia tramite maschera che attraverso cannule per l’ossigeno ad alti flussi. Questo è indicativo di una carenza di ossigeno nel sangue, che richiede un’integrazione costante. Blasi ha sottolineato che i tempi di recupero saranno comunque prolungati, dato che la polmonite bilaterale da cui il Pontefice è affetto ha aggravato le condizioni bronchiali già compromesse. L’età avanzata del Pontefice, 88 anni, e la sua storia medica, che include la resezione di una parte di un polmone e patologie respiratorie croniche come la bronchite cronica asmatiforme e la bronchiectasia, complicano ulteriormente il quadro clinico.
Episodi recenti e ventilazione
Recentemente, si sono verificati episodi di inalazione di succhi gastrici, che hanno comportato un’infiammazione aggiuntiva e un danno all’epitelio bronchiale. Questi fattori contribuiscono ad allungare i tempi di recupero. Riguardo alla ventilazione, Blasi ha evidenziato che la situazione di insufficienza respiratoria non è ancora risolta e sarà importante monitorare l’evoluzione del quadro nei prossimi giorni. La ventilazione prolungata è quindi fondamentale per garantire un adeguato apporto di ossigeno, utilizzando cannule per somministrare aria riscaldata e umidificata.
Uso della maschera per ventilazione
L’uso della maschera per la ventilazione, che copre naso e bocca, è generalmente riservato alle ore notturne. Questo metodo permette di mantenere pervie le vie respiratorie e offre un riposo maggiore alla muscolatura respiratoria del paziente, favorendo un recupero più efficace.