Salute e benessere

Compri i vestiti in questi negozi famosi? È allarme tossicità, sono compromessi: dati mai svelati prima

L’allarme scatta già da tempo, ma adesso sono state fatte analisi accurate: i risultati lasciano di stucco, superano i limiti di tossicità.

Il Fast fashion, e ancora più in generale, il consumismo smoderato cresciuto dal momento in cui è nato l’acquisto online con i pagamenti sicuri, non ha fatto altro che far convergere sempre più ragazzine in un unico credo: essere sempre preparate, con capi d’abbigliamento sempre nuovi. Prezzi bassi per capi che valgono poco, questo è il segreto della maggior parte delle catene.

Un tempo c’era la ricerca al capo firmato, che anche se si pagava di più, durava tutta la vita e si poteva riutilizzare infinite volte. Poi tutto è cambiato, e sempre più catene d’abbigliamento hanno iniziato a proporre capi sintetici e di scarsa qualità in modo da riuscire a tenere il prezzo molto basso.

Non si tratta di risparmio perché è stato studiato che più i prezzi sono bassi, più le persone tenderanno ad avere vestiti nell’armadio, arrivando anche a spendere di più di quando si acquistavano solo capi di marca. Questi vestiti da pochi euro, una volta indossati, iniziano già il loro decorso, che finisce dopo un’annata.

Negozi online con prezzi stracciati: la tossicità che nascondono le offerte, i dati preoccupanti

Il capo si butta e se ne acquista un altro l’anno dopo, rispendendo ancora una volta quelle cifre. Purtroppo la maggior parte delle generazioni sta cadendo nella trappola, nonostante siano nate piattaforme di compra-vendita dell’usato.

Ad aver espanso al massimo il fenomeno sono le piattaforme cinesi Temu e Shein. Negli anni, soprattutto Shein è stato rivalutato: all’inizio c’era il problema della dogana, gli ordini si perdevano, o magari non arrivavano mai e così le persone lasciavano tante recensioni di allerta sul web per non far comprare.

temu e shein hanno un grave impatto ambientale
Temu e Shein basano la loro attività sull’industria del fast fashion, una delle più inquinanti al mondo – biopianeta.it

Nel tempo invece Shein ha lavorato molto sull’assistenza clienti mondiale, così come sulle spedizioni, e questo ha portato il marchio ad avere molta più credibilità, se non fosse che per tenere i prezzi così bassi, utilizzi materiali che in Europa non vengono permessi proprio perché eccessivamente tossici, o comunque non a livelli così alti.

I prodotti per bambini, soprattutto accessori, come collanine che poi vengono messe al collo, venduti dal colosso cinese dello shopping online Shein contengono sostanze tossiche in quantità centinaia di volte superiori ai livelli accettabili. Come riporta anche Green Me, lo ha dichiarato il Seoul Metropolitan Government, il governo della capitale della Corea del Sud.

In seguito all’ispezione di 93 prodotti per bambini venduti da Ali, Temu e Shein su un totale di 7 volte dal mese scorso, 40 sono stati giudicati non conformi. Per fare un esempio, un paio di scarpe conteneva 428 volte il livello consentito di ftalati, ed è noto da decenni che causano disturbi ormonali e sono stati collegati all’obesità, alle malattie cardiache ecc.

Claudia Manildo

Giornalista pubblicista e content editor, sono laureata all’Università di Siena in Comunicazione e all’Università di Parma in Giornalismo e Cultura Editoriale. Scrivere, oltre che un lavoro, è una missione quotidiana. Sono editor e correttore bozze freelance e nel tempo libero recensisco libri. Appassionata di sociologia e di interazione uomo-macchina, nel 2022 ho pubblicato il mio primo saggio per deComporre Edizioni.
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