Svolta nei trattamenti delle allergie: i test incoraggianti fanno ben sperare
I risultati sono stati positivi. Ecco quali sono i test incoraggianti che fanno ben sperare in una svolta nei trattamenti delle allergie
Quelli che la scienza sta facendo negli ultimi anni, sono dei veri e propri passi da gigante che permettono innovazioni incredibili e forse inimmaginabili fino a qualche anno fa.
Questo sta avvenendo non solo per quanto riguarda l’innovazione tecnologica e informatica, ma anche nella scienza medica. Negli ultimi giorni, infatti, i risultati di una ricerca sono stati estremamente positivi e fanno davvero ben sperare in una svolta per i trattamenti delle allergie. Ecco di che cosa stiamo parlando.
Potrebbe esserci una svolta: i test che fanno ben sperare
Gli scienziati avrebbero provato una nuova terapia combinata in grado di mirare direttamente alla “memoria allergica”. Questa potrebbe offrire una protezione duratura sulle reazioni allergiche grazie alla combinazione di alcune terapie sperimentali che sono state testate su animali di piccole e grandi dimensioni. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati su Science Translational Medicine e descrive una terapia che agisce sulle cellule che producono anticorpi, tra cui l’immunoglobulina E (IgE), specifica per gli allergeni. Se la terapia viene combinata con un anticorpo testato clinicamente potrebbe sopprimere la generazione di nuove cellule plasmatiche. Questa combinazione riuscirebbe a prevenire a lunga durata le reazioni allergiche anche letali negli animali.
Oggi esistono delle terapia temporanee che riescono a trattare molti disturbi allergici, tuttavia la ricerca si sta concentrando sullo sviluppo di soluzioni permanenti in grado di agire direttamente sull’IgE. Gli scienziati stanno cercando un modo per poter prevenire in maniera totale la produzione di IgE, il principale responsabile dei disturbi allergici. Nella ricerca è stato infatti testato un anticorpo in grado di bloccare IL-4R, fondamentale per la produzione di IgE. Questo blocco ha causato una riduzione di produzione di IgE nei topi, anche se non ha eliminato completamente l’anticorpo.
Ma nella ricerca si riporta come l’incorporazione di un anticorpo bispecifico contro BVMA e CD3 sia una vera e propria innovazione. Il protocollo combinato è stato in grado di impedire in maniera completa la comparsa dell’ IgE. Nel test sugli animali, infatti, è stato possibile impedire la reazione allergica grave nei topi a causa degli acari della polvere. Si tratta, come si può vedere, di una ricerca ancora in fase embrionale, che però ha prodotti risultati incoraggiati sugli animali. Serviranno quindi studi e ricerche più ampie e approfondite che confermino i risultati e che possano permettere, un giorno, di effettuare dei test anche sugli esseri umani.