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SMOG IN CITTÀ: 9 REALTÀ SU 10 SOTTO GLI STANDARD MINIMI PER QUALITÀ DELL’ARIA

La qualità dell’aria sta peggiorando sempre di più in tutto il mondo, compreso il nostro paese. Il disinteresse protratto nel tempo della nostra specie rispetto al Pianeta che ci offre la possibilità di vivere la nostra vita è un dato di fatto. Oggi possiamo solo parzialmente correre ai ripari.


Il trimestre di lockdown ha regalato dati speranzosi: essere chiusi dentro alle nostre abitazione inevitabilmente ha regalato un respiro di aria fresca. Nonostante i disagi che potremmo ritenere normali nel mezzo di una pandemia, oggi le città sono tornate a vivere. Ciò che sembra scontato, cioè un cambiamento di mentalità drastico, purtroppo non è avvenuto.

Cambia poco

Il governo ha fatto il suo, almeno in parte: gli incentivi in chiave ecologica non sono assolutamente mancati. I numeri che ci saremmo aspettati sono molto più alti di quelli effettivi, ma comunque la popolazione si sta dimostrando coinvolta in una fase di transizione.

Se però leggiamo i numeri che riguardano il medio periodo, ci accorgiamo che lo smog non ci ha certamente abbandonati. Utilizzando i dati resi pubblici dall’OMS, Legambiente ha redatto il suo report annuale “Mal d’aria“, nel quale è dipinta una situazione per nulla affatto in miglioramento.

Incrociando i dati ed analizzandoli, è possibile dedurre che l’85% dei comuni nei quali sono avvenute le misurazioni di PM10 e PM2,5 e NO2 non raggiunge la soglia considerabile “sufficiente“. Le città che riportano i numeri peggiori sono Roma, Milano, Torino, Como e Palermo: durante il quadriennio in esame infatti il coefficiente di queste ultime è pari a zero.

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