AmbienteInquinamento

La birra Corona abbandona gli imballaggi in plastica per diventare green

Svolta green per la birra Corona che annuncia che dirà addio agli imballaggi in plastica lanciando un porta lattine realizzato con un materiale riciclato per non inquinare l’ambiente: anche l’azienda vuole proteggere gli oceani dall’inquinamento causato dalla plastica

Si chiama Parley for the Oceans l’iniziativa a cui ha aderito l’azienda di birra Corona che ha annunciato che rinuncerà agli imballaggi in plastica per diventare più sostenibile. L’azienda ha annunciato che lancerà per le confezioni di lattine da sei un imballaggio fatto in materiale riciclato e sostenibile che non inquina l’ambiente e i mari.

Proteggere i mari e le spiagge dalla plastica è ormai un imperativo se si vuole salvare il pianeta. Sono infatti circa 8 milioni le tonnellate di plastica che finiscono nei mari ogni anno e nel mare entro il 2050 si prevede che ci sarà più plastica che pesci. Il fondatore del progetto Parley for the Oceans ha dichiarato che “I nostri oceani sono sotto attacco. Li stiamo rapidamente depredando della vita, distruggendo la chimica che ci consente di esistere. Condividiamo l’obiettivo di eliminare la plastica in maniera definitiva, perché semplicemente non possiamo più permetterci questo impatto tossico”.

Nello specifico quindi la svolta della birra Corona riguarderà le lattine in confezione da sei finora vendute in un contenitore in plastica e che da adesso in poi sarà realizzato con un materiale in fibre biodegradabili di origine vegetale, compostabile. QUindi un imballaggio che non inquina perché si disintegra nell’ambiente. Il nuovo corso partirà dal Messico che è il paese natale della birra Corona a partire dall’inizio dell’anno. “La spiaggia è un importante elemento del dna di Corona e abbiamo lavorato con Parley per affrontare la questione delle spiagge, le più interessate dall’accumulo fisico della plastica”, ha commentato Evan Ellman, direttore di Corona Better World. Si spera che Corona sia presa d’esempio!

photo credit twitter.com

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