Curiosità

Il pesce palla argento sta invadendo il Mediterraneo

La presenza del pesce palla crescerà anche lungo le coste italiane. Il CNR mette in guardia sulla pericolosità dell’animale, che secerne una tossina cento volte più tossica del cianuro.

 

Sono stati individuati nelle acque del Mar Mediterraneo diversi esemplari di pesce palla argento, che ne ha colonizzato rapidamente il bacino orientale, e ora si sta spostando anche verso Ovest. Si tratta di un “intruso” pericoloso, non solo perché attacca i pesci catturati dai pescherecci, rovinando l’intero pescato e le reti, ma, soprattutto, perché è in grado di secernere una tossina altamente velenosa, con effetti cento volte più tossici di quelli provocati dal cianuro.

Il pesce palla argento sta invadendo il Mediterraneo

Secondo il CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche, la presenza del pesce palla aumenterà anche lungo le coste italiane, con conseguenze negative economiche e sanitarie. Si stima che i danni causati dall’animale ammontino già a circa cinque milioni di euro, e si sono già registrati i primi casi di avvelenamento. Secondo le proiezioni sulle evoluzioni climatiche nel prossimo secolo prodotte dall’InfraScience Lab dell’Istituto di Scienza e Tecnologie dell’Informazione “Alessandro Faedo” (Isti) del Cnr, a causa del progressivo innalzamento delle temperature, il numero di esemplari continuerà a crescere, arrivando a colonizzare anche il Mar Nero.

La tetradotossina contenuta nel pesce palla è letale anche in minima quantità, e non si elimina neanche con la cottura. Ernesto Azzurro, ricercatore ISPRA – Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, non molto tempo fa, a seguito dei primi avvistamenti, aveva lanciato una campagna di informazione sui rischi connessi a questo animale, invitando chiunque ne avesse catturato un esemplare, a separarlo dal resto del pescato, fotografarlo e inviare la foto a pescepalla@isprambiente.it. Il pesce palla, spiegava Azzurro, contiene “una potente neurotossina, che blocca l’attività dei canali di trasporto del sodio presenti nelle membrane dei neuroni mettendo a rischio la neuro-trasmissione. Gli effetti possono essere più lievi, come nausea e diarrea, o più gravi, come la paralisi respiratoria. Il problema è che non esiste antidoto”.

Photo Credits: Pixabay

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