
Rischio aumentato con il consumo di un tipo di carne(www.biopianeta.it)
Un nuovo studio dell’Irccs Saverio De Bellis mette in luce un dato sorprendente riguardo al rischio di tumori gastrointestinali.
La ricerca guidata dalla dottoressa Caterina Bonfiglio ha evidenziato che mangiare tra i 100 e i 200 grammi di carne di pollo a settimana può aumentare significativamente la probabilità di morte per queste patologie oncologiche.
Secondo i risultati dello studio, il consumo di carne di pollo in quantità comprese tra 100 e 200 grammi settimanali incrementa del 35% il rischio di mortalità per tumori gastrointestinali. Questo dato sorprende in quanto si colloca sotto la soglia raccomandata dalla Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU), che suggerisce un consumo massimo di 200 grammi di carne bianca a settimana.
Il professor Gianluigi Giannelli, direttore scientifico dello studio, sottolinea: «Anche consumando pollo entro i limiti indicati dalla SINU, il rischio di morte per tumori gastrointestinali aumenta del 35%, mentre supera il 100% se il consumo settimanale oltrepassa i 200 grammi». Questi risultati pongono una nuova luce sulle raccomandazioni nutrizionali, mettendo in discussione la percezione diffusa della carne bianca come scelta salutistica rispetto alla carne rossa.
Carne rossa e carne bianca a confronto: nuove evidenze
Lo studio ha inoltre analizzato il consumo di carne rossa, confermando che essa incrementa il rischio di tumori gastrointestinali solo se consumata in quantità superiori a 350 grammi a settimana. «Al di sotto di questa soglia, la carne rossa si conferma un alimento sicuro e salutare», spiega Giannelli. In questo modo, la ricerca ribalta parzialmente il mito della carne di pollo come alimento intrinsecamente più sano rispetto alla carne rossa.
Questi dati sono coerenti con la nuova edizione della piramide alimentare proposta dalla SINU, che posiziona il pollame più in alto, verso il vertice, indicando un consumo più moderato rispetto al passato.

Il presidente del Comitato Investigativo e di Vigilanza (CIV) Enzo Delvecchio evidenzia come queste scoperte rappresentino «un modello virtuoso di sanità», in cui la ricerca scientifica non si limita a esplorare nuove ipotesi, ma le valida rigorosamente per poi tradurle in indicazioni pratiche utili alla popolazione.
Anche il commissario straordinario dell’Irccs Saverio De Bellis, Luigi Fruscio, rimarca l’importanza di queste evidenze nell’ambito della prevenzione: «Il De Bellis ha maturato una solida esperienza a livello internazionale nella promozione della dieta mediterranea come stile di vita corretto per contrastare l’insorgenza di malattie croniche e oncologiche». La dieta mediterranea, ricca di frutta, verdura, cereali integrali, legumi, olio d’oliva e un consumo moderato di carni, viene così riconfermata come punto di riferimento per la salute pubblica.
Questi risultati invitano a una riflessione più approfondita sulla qualità e quantità di carne bianca consumata, stimolando anche un dibattito sulle linee guida nutrizionali attuali. La ricerca del De Bellis si inserisce in un contesto sempre più ampio di studi che mettono in relazione le abitudini alimentari con la prevenzione oncologica, offrendo strumenti fondamentali per la tutela della salute a livello nazionale e internazionale.



