
Emergenza amianto in Italia - (biopianeta.it)
L’amianto resta un killer invisibile, provocando 7mila morti in Italia nell’ultimo anno. Ecco tutti i numeri inquietanti
Il presidente dell’Osservatorio nazionale amianto, Ezio Bonanni, denuncia il fallimento del bando del 1992. La Lombardia guida le vittime, con casi di mesotelioma e un lento smaltimento delle fibre tossiche. L’amianto, noto anche come asbesto, ha avuto un impatto significativo sulla storia industriale e sanitaria dell’Italia. Sebbene il suo utilizzo sia stato vietato nel 1992, le conseguenze dell’esposizione continuano a manifestarsi.
Mentre l’Italia affronta le conseguenze storiche dell’uso dell’amianto, è fondamentale che le autorità intensifichino gli sforzi per rimuovere questo materiale pericoloso dai luoghi pubblici e privati. La sensibilizzazione della popolazione è cruciale affinché le persone siano consapevoli dei rischi associati all’amianto e sappiano come difendersi da questa minaccia.
Un killer silenzioso e invisibile
I dati sono allarmanti: nel 2024, si stima che circa 7.000 decessi siano attribuibili all’amianto nel nostro Paese. Questi numeri non sono semplici statistiche, ma raccontano storie di vite spezzate e famiglie distrutte, evidenziando un’eredità tossica che minaccia la salute pubblica e l’ambiente.

Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA), ha descritto l’amianto come una “spada di Damocle invisibile”. Questa sostanza letale può impiegare decenni prima di rivelare i suoi effetti, complicando il riconoscimento delle responsabilità legate alle malattie che provoca. La Lombardia è la regione più colpita, con oltre 2.000 morti nel solo 2024. I tumori più frequentemente associati all’esposizione all’amianto comprendono il mesotelioma e il cancro ai polmoni, insieme ad altre malattie asbesto-correlate.
Un’analisi approfondita dei dati dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) mostra che tra il 2010 e il 2020, l’Italia ha registrato una media annuale di 1.545 decessi per mesotelioma, con una predominanza maschile (1.116 uomini contro 429 donne). Sebbene gli under 50 rappresentino solo l’1,7% dei casi, si è osservata una diminuzione dei decessi in questa fascia di età, probabilmente grazie alla legge 257/92, che ha vietato l’uso dell’amianto.
Tuttavia, la lotta contro l’amianto non è ancora conclusa. Il rapporto dell’ISS evidenzia che in 375 comuni italiani, il numero di decessi per mesotelioma supera le aspettative basate sulla media regionale. Questi numeri sono particolarmente elevati in aree con una forte presenza di attività industriali legate all’amianto, come cantieri navali e ex industrie del cemento. La presenza persistente di amianto in edifici pubblici e privati continua a rappresentare un rischio costante per la salute dei cittadini.
Oltre ai rischi per la salute umana, l’amianto è anche un grave problema ambientale. La sua dispersione nell’ambiente avviene attraverso il deterioramento di materiali contenenti amianto, che rilasciano fibre tossiche nell’aria. Queste fibre possono essere inalate, causando seri problemi respiratori e malattie a lungo termine. La bonifica dei siti contaminati è un processo complesso e spesso lento, e in molte aree d’Italia, le opere di rimozione dell’amianto sono ancora in fase di pianificazione o, peggio, trascurate.