
Crema spalmabile, fate attenzione (wwwbiopianeta.it)
Un recente test ha sollevato preoccupazioni riguardo alle famose creme spalmabili al cioccolato e nocciole.
L’indagine ha analizzato dieci prodotti, rivelando che, oltre al loro gusto irresistibile, la loro composizione nutrizionale è tutt’altro che salutare. Infatti, più della metà del contenuto della Nutella è costituito da zucchero, un dato allarmante per chi cerca di mantenere una dieta equilibrata.
Il test ha messo in evidenza che la maggior parte delle creme spalmabili esaminate contengono tra l’80% e il 90% di zuccheri e grassi, un risultato che non sorprende i consumatori più attenti alla salute. La Nutella, in particolare, si distingue per il suo elevato contenuto di zucchero, con oltre 16 grammi di zucchero in una porzione standard da 30 grammi, corrispondente a circa quattro zollette di zucchero. Questo dato è interessante considerando che la Nutella ha recentemente subito una leggera riduzione del contenuto di zucchero rispetto al passato, ma rimane comunque uno dei prodotti più zuccherati sul mercato.
La Choco Nussa di Lidl, purtroppo, si è rivelata ancor meno salutare, presentando un contenuto di zucchero simile a quello di Nutella, ma guadagnandosi anche punteggi bassi in altri parametri nutrizionali. Questo la colloca tra le creme spalmabili peggiori del test, mentre Nutella e la crema spalmabile Lindt hanno ottenuto solo un punteggio sufficiente.
Un dato positivo è emerso dalla Crema Vegana di Bionella, che ha ottenuto il punteggio più alto nonostante il suo contenuto di grassi elevato. Questa crema è l’unica tra quelle testate a non contenere residui di oli minerali pericolosi come Mosh e Posh, che possono accumularsi nel corpo umano e avere effetti potenzialmente dannosi per la salute.
La questione olio di palma
Un altro tema centrale emerso dal test è l’uso dell’olio di palma, ingrediente comune in molte creme spalmabili per la sua economicità e capacità di conferire una consistenza cremosa. La coltivazione dell’olio di palma è nota per i suoi gravi impatti ambientali, tra cui la deforestazione delle foreste pluviali tropicali, che minaccia biodiversità e habitat naturali.
Negli ultimi anni, molte aziende hanno cercato di sostituire l’olio di palma con altri oli vegetali, come l’olio di colza, che ha il vantaggio di contenere acidi grassi omega-3 insaturi, considerati più salutari. Tuttavia, anche questa alternativa presenta problematiche ambientali, poiché la coltivazione dell’olio di colza richiede spazi significativi e ha un rendimento inferiore rispetto all’olio di palma. Ad esempio, per produrre una tonnellata di olio di colza è necessario coltivare un ettaro di terreno, mentre da un ettaro di palma si possono ottenere circa cinque tonnellate di olio.
Inoltre, l’uso di insetticidi nella coltivazione della colza può rappresentare una minaccia per gli insetti impollinatori, come le api, fondamentali per l’equilibrio degli ecosistemi. Pertanto, sebbene la ricerca di alternative all’olio di palma sia in corso, è chiaro che nessuna di esse è priva di conseguenze ecologiche.

Il test condotto da K-Tipp è stato realizzato da un laboratorio specializzato in Germania, che ha analizzato dieci diverse creme spalmabili al cioccolato e nocciole attraverso vari criteri. I principali parametri di valutazione includevano:
- Valore nutrizionale: Il laboratorio ha esaminato il contenuto di grassi e zuccheri per determinare la densità calorica di ciascun prodotto e il suo impatto sulla dieta. Le creme con livelli elevati di zuccheri e grassi sono state penalizzate.
- Inquinanti: Sono stati testati i livelli di composti inquinanti come il 3-MCPD e il glicidolo, considerati dannosi per la salute. Il glicidolo, in particolare, è stato classificato come cancerogeno.
- Residui di oli minerali: Il laboratorio ha cercato residui di Mosh, Posh e Moah, composti che possono accumularsi nel corpo e causare danni al fegato e ai linfonodi. Mentre il Moah non è stato trovato in nessuno dei prodotti testati, Mosh e Posh sono stati rinvenuti in alcune creme.
- Tossine: Infine, il test ha verificato la presenza di ocratossina A, una tossina prodotta da muffe, associata a effetti cancerogeni. Fortunatamente, nessuno dei prodotti analizzati conteneva tossine fungine.