Salute e benessere

L’alimento che hai sempre creduto sano e che invece può contenere molte microplastiche: scoperta inquietante

C’è un alimento che in molti credono che sia sano e invece può contenere molte microplastiche al suo interno. La scoperta spiazza: ecco cosa è stato detto.


Secondo la definizione dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare, l’organismo istituzionale volto a tutelare la salute alimentare dei cittadini europei, le microplastiche sono particelle di materiale plastico di diametro inferiore a 5 millimetri. Ed è uno dei problemi principali delle politiche nazionali.

Il pianeta è sopraffatto dall’inquinamento da plastica, con la produzione di oltre 430 milioni di tonnellate di plastica ogni anno. Due terzi di questa plastica sono prodotti di breve durata che diventano rifiuti in tempi rapidi, poi finiscono negli oceani e molto spesso arrivano nella catena alimentare umana.

Le microplastiche sono tra le conseguenze più dannose e durature della crisi dell’inquinamento da plastica, rappresentando una minaccia crescente per la salute umana e planetaria. L’Environmental Protection Agency (EPA) ha spiegato che alcune persone potrebbero essere esposte maggiormente alle sostanze chimiche tossiche (PFAS) per via di un alimento contaminato.

Questo alimento contiene microplastiche: l’allerta

I PFAS sono stati sviluppati negli anni ’40 e utilizzati in tutto il settore manifatturiero, dai mobili antimacchia alle pentole antiaderenti, secondo quanto riportato dal National Institutes of Health. Nel corso del tempo, tali sostanze chimiche si sono diffuse nel suolo, nell’acqua e nell’aria. E, poiché sono così lenti a degradarsi, la maggior parte delle persone è esposta ai PFAS nel corso della vita.

Alimento microplastiche: quale fare attenzione
I frutti di mare sono a rischio – biopianeta.it

Una delle notizie più recenti riportate dal New York Post è che le persone che mangiano frequentemente frutti di mare potrebbero avere un rischio maggiore di esposizione alle microplastiche. Gli esperti hanno avvertito che le sostanze chimiche, diffuse nel suolo, nell’acqua e nell’aria, potrebbero trovarsi anche nei frutti di mare, alimenti consigliati da sempre dai nutrizionisti perché contengono molte proprietà.

Lo studio, che è stato pubblicato sulla rivista Exposure and Health, ha usato un sondaggio a livello statale in merito alle abitudini alimentari del New Hampshire e lo ha associato a un’analisi delle concentrazioni di PFAS nei frutti di mare freschi. I ricercatori hanno cercato i livelli di sostanze nei peschi più popolari quali merluzzo, aragosta, eglefino, salmone, capesante, tonno e gamberetti.

Ai massimi livelli di contaminazione si sono classificati i gamberetti e le aragoste. Mentre gli altri pesci si sono posti leggermente al di sotto. Da qui i ricercatori hanno osservato come non esistono delle linee guida in merito al consumo sicuro dei prodotti ittici per i PFAS, a differenza del mercurio.

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