Ambiente

Pesca industriale non monitorata, così l’impatto devastante dell’uomo cambia la vita degli oceani

La prima mappa globale sull'impatto dell'uomo sugli oceani. Ben il 75% della pesca industriale non è monitorata.

Una notevole percentuale dei pescherecci industriali (ben il 75%) del mondo, soprattutto in continenti come Africa e Asia Meridionale, non risulta monitorata pubblicamente. Questa è una grande preoccupazione per la salute dei mari e del loro habitat, ma anche per la salute globale del nostro Pianeta. Ma emerge anche che un quarto delle attività, le quali riguardano sia le navi da trasporto e anche di energia, ha una grande mancanza.


In cosa consiste questo deficit? La mancanza riguarda quei sistemi di tracciamento pubblici. Una mancanza che riguarda proprio la galoppante e preoccupante rivoluzione industriale. La rivista Nature 2023 ha pubblicato un articolo, il quale punta anche l’attenzione sull’utilizzo di satelliti per rilevare l’attività industriale in mare.

Una nuova rivoluzione industriale non tracciata

Secondo questo articolo appena citato, le immagini satellitari, elaborate in un periodo di tempo che va dal 2012 al 2021, hanno identificato, e anche quantificato, le attività industriali in mare come quelle legate alla pesca, energia, produzione offshore e trasporto. Questa attività industriale in mare aumenta notevolmente. L’attività di pesca risulta diminuita, soprattutto nel periodo difficile del Covid, in cui le restrizioni erano molte. Invece, nello stesso periodo difficile della pandemia, il trasporto e l’energia sono rimaste invariate. Questo quanto emerso nell’ articolo “Satellite mapping reveals extensive industrial activity at sea” pubblicato sulla rivista Nature nel 2023.

Per quanto riguarda l’attività di produzione offshore, soprattutto in termini di energia eolica, risulta invece molto diffusa. Se si considera l’anno 2021, va segnalato che la quantità delle turbine eoliche offshore, hanno superato il numero delle strutture impiegate per estrarre il gas e il petrolio. Un dato davvero significativo e da non sottovalutare.

Pesca industriale non monitorata
Uno studio condotto da Global Fishing Watch (GFW) e pubblicato su Nature ha disegnato la prima mappa globale sull’impatto dell’uomo sull’oceano – biopianeta.it (Credit: nature.com)

Questo interessante studio, condotto da Global Fishing Watch (GFW) e pubblicato su Nature, ha disegnato proprio quella che risulta essere la prima mappa globale sull’impatto dell’attività dell’ uomo sull’oceano. Un passo molto importante per non sottovalutare un grande problema. Questo studio punta anche l’attenzione su quelle che sono le conseguenze, sia in mare che nel suo ambiente, proprio dell’attività industriale. Ovviamente questo comporta dei problemi i quali non vanno affatto ignorati, come un maggiore inquinamento, un grande danno, anzi molteplici danni, alla biodiversità, a causa sia della pesca esagerata ma anche degli habitat distrutti. Anche se abbiamo stabilito che una mappa definitiva ancora non esiste, un dato è certo e preoccupante, il 75% della pesca industriale non risulta ancora essere monitorata.

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