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AMAZZONIA, L’ANNO DEI RECORD NEGATIVI: LA FORESTA È IN SERIA DIFFICOLTÀ

L’anno che ci apprestiamo a salutare rimarrà sicuramente impresso nella mente di tutti quanti. Non potremo infatti mai dimenticare questi mesi che, a modo loro, sono stati unici un po’ per tutti quanti. Non è la prima volta che una pandemia colpisce la popolazione mondiale, anzi. Ma si tratta di un vero e proprio esordio per quanto riguarda un’epoca in cui le tecnologie sono all’avanguardia.


Ridurre il 2020 solamente al Coronavirus però sarebbe ingiusto: purtroppo infatti moltissimi altri eventi hanno martoriato il nostro Pianeta. Uno di questi si sta protraendo ormai da decenni e può essere preso come simbolo dell’incoerenza umana. Parliamo della deforestazione di cui è vittima il polmone verde più grande della Terra.

In continuo aumento

Il fatto è che un semplice sostantivo, molto spesso, è riduttivo rispetto a ciò che sta accadendo in maniera tangibile nella Foresta Amazzonica. In questo senso infatti possono aiutarci dei dati, di fronte ai quali non possiamo che rimanere allibiti.

Secondo stime riportate da Greenpeace, l’anno in corso farà segnare dei nuovi record negativi per quanto riguarda una delle realtà più verdi presenti sul nostro Pianeta. Se prendiamo in esame i numeri riferiti al periodo agosto 2019-luglio 2020, la cifra di alberi abbattuti arriva a 626 milioni. Parliamo di un totale di più di 11 mila chilometri quadrati, pari a qualcosa come 1,5 milioni campi da calcio.

Parametrando ai dati già altissimi raccolti in precedenza, durante il periodo in analisi l’aumento del tasso di deforestazione amazzonica è stato del 9.5%. Insomma, le mille parole spese per la conservazione di un patrimonio unico come quello presente nel continente sudamericano sembrano essere state inutili.

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