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IL CORONAVIRUS E GLI EFFETTI SUL PREZZO DEL PETROLIO: I DIFETTI DI UN SISTEMA SUPERATO

Come spesso ci è capitato di affermare, conseguentemente ad un evento tragico come è la pandemia che stiamo vivendo, si tirano le somme e si cerca di imparare qualcosa. Suoneremo ripetitivi, ma il concetto rimane sempre valido: di fronte alle difficoltà, non esiste nessun altro modo di andare avanti che trovare i lati positivi che queste hanno scaturito.

Quasi 700 mila vittime non possono essere dimenticate, ma da un evento del genere abbiamo sicuramente imparato moltissimo. Anzitutto l’importanza dei rapporti umani, successivamente la centralità di argomenti come sanità ed ambiente. Proprio rispetto a quest’ultimo, il Covid-19 sembra aver giovato alla situazione. Il fatto che il mondo si sia sostanzialmente fermato per alcuni mesi, ha abbassato in maniera drastica il prezzo del petrolio.

Emancipazione dai combustibili fossili

Tutti i paesi che fondano la propria economia sull’estrazione e sulla vendita dell’oro nero infatti stanno vivendo una profonda crisi. Con il prezzo di un barile odierno, in proiezione annuale, gli introiti dovrebbero ammontare a circa 300 miliardi di dollari.

Il problema è che questi, al netto delle spese, non bastano affatto. Oggi un barile da 42 galloni si vende a circa 40$, mentre ai paesi produttori, solo per pareggiare i conti, occorrerebbe venderlo a più del doppio.

Risulta evidente dunque che questo sistema è vicino al collasso totale. Il fatto che un paio di mesi di blocco abbiano scaturito una tale crisi, dovrebbe far riflettere chi ha preferito investire su questi metodi piuttosto che sulle energie rinnovabili. Che sia la volta buona per una svolta epocale e definitiva? Non si tratta di esultare di fronte al tracollo di alcune economie, ma di mero spunto di riflessione.

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