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SCIOGLIMENTO DEI GHIACCI E CO2, LA STORIA SI RIPETE: ECCO LA RICERCA

Osservare con un occhio curioso i processi che avvengono in maniera naturale sul nostro Pianeta è certamente una delle cose più accattivanti che esistano. Le regole fondamentalmente non sono scritte da nessuna parte: tutto avviene secondo degli equilibri pensati e messi in atto da Madre Natura. La perfezione logica di tutto ciò non può che farci restare a bocca aperta.

Fin dall’invenzione del cosiddetto “metodo scientifico“, l’uomo combatte la “battaglia” più interessante che possa esistere. Parliamo ovviamente dell’esplicitare questa serie di processi, fornendo dunque una spiegazione scritta a ciò che osserviamo in natura. Potenzialmente questa routine potrebbe durare all’infinito: il suolo terrestre, oltre ad essere molto espanso, è ricco di processi a noi ancora sconosciuti.

La verità nel mezzo

Per fare un esempio che renda l’idea, vogliamo segnalarvi una scoperta che è avvenuta pochissimi giorni fa. Siamo abituati a considerare il CO2 come una sostanza che inficia in maniera inesorabile sui cambiamenti climatici che sono in atto. In realtà l’anidride carbonica, in moltissimi casi è fondamentale. Il problema è rappresentato dalle emissioni troppo corpose derivanti dall’attività antropica.

Uno studio apparso su Nature Geosciencevuole sottolineare l’importanza che ha il ghiaccio dell’Antartide per la gestione del CO2.

“Durante un periodo noto come ‘inversione del freddo antartico’ si è verificata un’apparente interruzione nella crescita di anidride carbonica di 1.900 anni e il nostro lavoro potrebbe aiutare a spiegare questo accadimento. Dopo l’ultima era glaciale, circa 18 mila anni fa, il mondo è passato naturalmente al caldo mondo interglaciale in cui viviamo oggi”

L’anidride carbonica incamerata nelle acque e nei ghiacci delle zone polari infatti è cruciale per il mantenimento degli equilibri. Parola di Michael Weber, ricercatore dell’Università di Bonn, in Germania.