Salute e benessere

Allarme alimentare in Piemonte: intossicazione da tonno per istamina

Intossicati da istamina due coniugi in Piemonte dopo aver consumato tonno proveniente dalla Spagna: diversi residui trovati positivi. Primo caso dell’anno in Piemonte, circa un centinaio i casi simili in Spagna e in Italia lo scorso anno

Ancora un caso di intossicazione da istamina, questa volta in seguito alla consumazione di tonno fresco da parte di due coniugi di Torino colpiti dal batterio dopo aver consumato il pesce proveniente dalla Spagna acquistato in una pescheria del capoluogo piemontese. Nessuno dei due è in pericolo di vita ma le analisi condotte dal laboratorio dell’istituto Zooprofilattico di Torino ha riscontrato la presenza di alti livelli di istamina in diversi campioni prelevati non solo dal tonno consumato dai due coniugi ma anche nella relativa pescheria e dal grossista.

Si tratta del primo caso in Piemonte quest’anno, e oltretutto è stato possibile identificare la tossina immediatamente grazie alla presenza ingente di istamina nei campioni prelevati. Lo sviluppo della tossina è causata dalla cattiva conservazione del pesce e quindi dall’interruzione della catena del freddo che in genere viene attivata immediatamente dopo la cattura. Non è chiaro al momento cosa sia successo, ma l’allerta rimane alta perché l’istamina è termoresistente, ovvero resiste alla cottura dei cibi.

Nello scorso anno in Spagna si erano registrati circa un centinaio di casi e alcuni anche in italia, al punto da portare il Ministero della salute spagnolo e in seguito quello italiano a diramare una nota circa il rischio di intossicazione alimentare da istamina in seguito al consumo di tonno fresco; all’epoca dei fatti la ditta spagnola messa sotto i riflettori fu la Garciden, ma al momento non è chiaro se il tonno consumato nei giorni scorsi dai due coniugi piemontesi sia stato commercializzato dalla stessa ditta e se è attribuibile a un errore dell’azienda, qualsiasi essa sia, l’interruzione della catena del freddo.

Photo credit: Pixabay.it

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