
Gli insetti dell’amore: caratteristiche e impatto urbano(www.biopianeta.it)
Un’invasione senza precedenti di insetti neri, appaiati in volo e posati ovunque, sta colpendo duramente alcune città.
Questo fenomeno, che ricorda una scena da film apocalittico, coinvolge i Plecia longiforceps, noti con il nome ingannevole di “insetti dell’amore“. Nonostante l’apparente romantico soprannome, la loro presenza massiccia sta creando non pochi problemi.
Originari delle zone subtropicali dell’Asia orientale, i Plecia longiforceps sono insetti che si stanno moltiplicando a un ritmo impressionante, trasformando il paesaggio urbano in un vero e proprio “tappeto svolazzante”. Fortunatamente, non mordono né pungono e non sono vettori di malattie, ma la loro invasione sta causando fastidi significativi ai residenti e una crescente ondata di lamentele.
La situazione è particolarmente evidente in aree pubbliche e naturalistiche delle due città, come sentieri di montagna, rampe di scale e corrimano di parchi pubblici. Un video diventato virale, girato sul monte Gyeyangsan, ha amplificato la consapevolezza del problema, mostrando l’estensione reale dell’infestazione.
Cause della proliferazione e ruolo del cambiamento climatico
Le autorità sudcoreane attribuiscono la diffusione massiccia degli insetti dell’amore soprattutto agli effetti del riscaldamento globale. L’isola di calore urbana, fenomeno tipico delle grandi metropoli come Seul, ha creato un ambiente ideale per la loro proliferazione. Il microclima più caldo e umido favorisce la deposizione di centinaia di uova in zone umide, generando continue ondate di nuovi insetti nel giro di poche settimane.
Parallelamente, l’urbanizzazione aggressiva ha modificato radicalmente gli ecosistemi montani circostanti, riducendo drasticamente la presenza di predatori naturali che prima tenevano sotto controllo la popolazione di questi insetti. Il risultato è un equilibrio ecologico compromesso che permette ai Plecia longiforceps di moltiplicarsi senza restrizioni.

I dati ufficiali indicano un aumento esponenziale dei reclami: solo a Incheon, in alcuni giorni, sono state registrate oltre 100 segnalazioni di presenza massiccia di questi insetti. La popolazione locale, seppur comprensibilmente esasperata, è invitata dalle istituzioni a mantenere la calma.
Gli esperti sottolineano infatti il ruolo ecologico cruciale degli insetti dell’amore. Le larve contribuiscono alla decomposizione della materia organica, mentre gli adulti favoriscono l’impollinazione di alcune piante. Per questo motivo, il ricorso a pesticidi chimici massicci è sconsigliato. Le amministrazioni locali stanno privilegiando metodi più sostenibili ed ecologici, come l’installazione di trappole luminose e l’uso di spray a base d’acqua per limitare la loro presenza senza danneggiare l’ambiente circostante.
Ricerca scientifica e soluzioni ecocompatibili
I laboratori sudcoreani sono attivamente impegnati nello sviluppo di pesticidi biologici a base di funghi entomopatogeni, progettati per colpire esclusivamente le larve dei Plecia longiforceps, preservando così la microfauna del suolo e l’equilibrio ecologico.
Inoltre, la natura stessa sembra aver iniziato a reagire: in diversi quartieri di Seul e Incheon, specie di uccelli urbani come passeri e gazze hanno integrato questi insetti nella loro alimentazione quotidiana, contribuendo a contenere la popolazione degli “insetti dell’amore”.
Un fenomeno che riflette le nuove sfide climatiche e urbane
Dietro l’apparente singolarità di questo fenomeno si cela un segnale di allarme più ampio: le metropoli non sono ancora preparate a gestire le nuove dinamiche ecologiche generate dalla crisi climatica. La crisi ambientale, infatti, sta modificando pesantemente gli equilibri naturali e impone un ripensamento delle strategie di convivenza tra uomo e natura in contesti urbani ad alta densità abitativa come Seul e Incheon.
Le temperature estive di Seul, che nel mese di luglio possono raggiungere e superare i 30 °C, favoriscono temporaneamente la scomparsa degli insetti con l’arrivo del caldo più intenso, ma senza un intervento strutturato e sostenibile, è solo questione di tempo prima che queste ondate si ripresentino negli anni a venire.