
Quando il dolore lombare può essere il sintmo di una malattia grave - biopianeta.it
La causa del dolore lombare può non essere semplice e banale, ma qualcosa di ben più serio da curare tempestivamente.
Spesso quando c’è un dolore lombare si pensa che il fastidio sia causato dall’aver dormito su un materasso non comodo. Ma in realtà la causa che sta dietro al problema può essere molto più grave. È possibile, infatti, che questo dolore sia il campanello d’allarme della presenza di un tumore del rene. Questo tipo di cancro rappresenta una patologia oncologica che origina dalla proliferazione incontrollata delle cellule renali, in particolare di quelle che rivestono i tubuli interni dell’organo. I reni, due organi pari situati nella regione lombare dell’addome, svolgono un ruolo essenziale nella filtrazione del sangue e nell’eliminazione delle sostanze di scarto tramite le urine. La diagnosi e la gestione di questa neoplasia hanno visto significativi progressi grazie all’avanzamento delle tecnologie diagnostiche e terapeutiche, con un impatto importante sulla prognosi dei pazienti.
Epidemiologia, fattori di rischio e caratteristiche cliniche del tumore del rene
I tumori renali rappresentano circa il 3% di tutte le neoplasie maligne, con una maggiore incidenza nei paesi occidentali, dovuta anche all’aumento delle diagnosi precoci. In Italia si registrano annualmente circa 12.600 nuove diagnosi, con una prevalenza quasi doppia nel sesso maschile rispetto a quello femminile. Il rischio aumenta progressivamente con l’età, raggiungendo il picco intorno ai 70 anni.
Il tumore del rene è spesso asintomatico nelle fasi iniziali e viene scoperto incidentalmente durante esami per altri motivi, come un’ecografia addominale. Quando sintomi specifici si manifestano, indicano generalmente una malattia in fase avanzata e includono la presenza di una massa palpabile, ematuria (sangue nelle urine) e dolore lombare. Possono inoltre comparire sintomi sistemici o paraneoplastici come perdita di peso, affaticamento, febbricola, anemia e ipertensione.

La diagnosi precoce è fondamentale per migliorare la prognosi. Gli esami di imaging sono la base per l’individuazione e la stadiazione del tumore. L’ecografia addominale rappresenta il primo strumento diagnostico non invasivo, utile per distinguere masse solide da cisti. La tomografia computerizzata (TC) e la risonanza magnetica (RM) forniscono informazioni dettagliate sull’estensione locale della malattia e sulla presenza di metastasi, che possono interessare principalmente i polmoni, il fegato e le ossa, ma occasionalmente anche altri organi come il cervello e la cute.
Trattamenti e prospettive terapeutiche
Il trattamento standard per il tumore del rene localizzato è chirurgico. La nefrectomia radicale, ovvero l’asportazione completa del rene, rimane la procedura di riferimento per tumori di maggiori dimensioni o localmente avanzati. Per neoplasie di piccole dimensioni, si predilige la nefrectomia parziale o chirurgia conservativa, che mira a rimuovere solo la massa tumorale preservando la funzione renale residua. La chirurgia robotica e laparoscopica hanno migliorato la precisione e ridotto l’invasività degli interventi, accorciando i tempi di degenza e convalescenza.
In casi selezionati, soprattutto per pazienti anziani o con controindicazioni chirurgiche, si ricorre alla terapia focale tramite crioablazione o termoablazione, interventi mininvasivi che distruggono la massa tumorale con il freddo o il calore. La sorveglianza attiva può essere adottata per piccoli tumori a lenta evoluzione, monitorando il paziente con controlli periodici.
Nei casi di tumore renale metastatico, la chemioterapia tradizionale risulta inefficace. Il trattamento si basa su combinazioni di terapie a bersaglio molecolare e immunoterapia. I farmaci biologici inibiscono l’angiogenesi, riducendo la formazione di nuovi vasi sanguigni necessari alla crescita tumorale. Gli inibitori dei checkpoint immunologici, anticorpi monoclonali, stimolano il sistema immunitario a riconoscere e distruggere le cellule tumorali.



