Sustainability Life

L’errore che commettono in molti, dove si buttano le spugne: ecco come riciclarli correttamente

Nell’era della sostenibilità e del riciclo, una domanda comune nelle case degli italiani riguarda il corretto smaltimento delle spugne utilizzate per le pulizie domestiche.

La varietà di materiali impiegati nella loro produzione rende la risposta non così immediata come si potrebbe pensare.

Mentre ci muoviamo sempre più verso uno stile di vita eco-sostenibile e attento all’ambiente che ci circonda, diventa essenziale informarsi sulle pratiche corrette relative allo smaltimento dei prodotti quotidianamente utilizzati in casa.

Le differenze tra i vari tipi di spugna dimostrano quanto sia importante conoscere l’origine e la composizione dei materiali per fare scelte consapevoli che possano contribuire positivamente alla salute del nostro pianeta.

Dove si buttano le spugne di casa

Le spugne classiche, quelle che da anni troviamo nelle nostre cucine e bagni, sono composte principalmente da plastica miscelata a sostanze chimiche industriali. Questa combinazione rende il processo di riciclaggio estremamente complesso, se non impossibile. Pertanto, quando queste spugne giungono al termine della loro vita utile, l’unica soluzione per lo smaltimento è rappresentata dal bidone dei rifiuti indifferenziati. Questo comportamento è dovuto alla difficoltà nel separare i vari componenti che costituiscono la spugna, rendendo impraticabile qualsiasi forma di trattamento specifico.

Spugna e smaltimento
Come smaltire una spugna (BioPianeta.it)

Una nota positiva arriva dalle cosiddette spugne naturali compostabili. Realizzate attraverso l’utilizzo di fibre vegetali, queste alternative eco-friendly possono essere smaltite in maniera semplice e rispettosa dell’ambiente: al termine del loro ciclo di vita possono essere infatti gettate nel bidone dell’umido. Questa scelta rappresenta un passo avanti significativo verso la riduzione dell’impatto ambientale domestico, consentendo alle sostanze biodegradabili di tornare a far parte del ciclo naturale senza inquinare.

Le “spugne di mare”, così denominate perché derivano effettivamente da organismi marini (specificatamente dalla specie Spongia Officinalis), presentano caratteristiche più sostenibili rispetto alle controparti sintetiche tradizionali grazie alla loro origine naturale. Tuttavia, anche in questo caso ci troviamo davanti a un limite importante: la presenza di materiale organico animale impedisce il riciclo attraverso i canali convenzionali. Di conseguenza, simile alle sue controparti sintetiche più comuni, anche queste devono essere destinate al bidone dei rifiuti indifferenziati una volta esaurito il loro utilizzo.

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