Salute e benessere

La Fast Fashion colpisce anche il nostro Mediterraneo: quanti, e dove, sono i rifiuti tessili nel nostro mare

Fast fashion e rifiuti tessili nel Mediterraneo, Una realtà che in pochi conoscono, e di cui si dovrebbe parlare di più.

L’industria della moda, in particolare quella del fast fashion, si trova sotto i riflettori per il suo impatto ambientale significativo. Secondo gli ultimi dati dell’Unione europea, quasi 13 milioni di tonnellate di rifiuti tessili all’anno sono prodotti in Europa, con una quota considerevole derivante esclusivamente da abbigliamento e calzature. In questo contesto nasce VERDEinMED, un progetto europeo che mira a ridurre i rifiuti tessili nell’area del Mediterraneo.

fast fashion e inquinamento
La fast fashion ha effetti devastanti sui nostri mari/Biopianeta.it

Lo scenario dei rifiuti tessili in Europa. Il panorama dei rifiuti tessili in Europa è preoccupante: ogni anno si producono circa 12,6 milioni di tonnellate di questi scarti, ma solo il 22% viene raccolto per essere riutilizzato o riciclato. Questa situazione pone l’industria della moda come una delle principali fonti di inquinamento dopo quella dei combustibili fossili. Il progetto VERDEinMED emerge come una risposta a questa sfida ambientale, cercando di promuovere un’economia più sostenibile e circolare per i prodotti tessili nella regione mediterranea.

L’impatto ambientale dell’industria tessile. L’industria tessile non solo genera una quantità enorme di rifiuti ma è anche responsabile del 20% dell’inquinamento globale dell’acqua potabile. Questo è dovuto ai processi industriali come la tintura e la finitura dei prodotti che comportano un elevato consumo d’acqua e il rilascio di sostanze chimiche nocive. Inoltre, il lavaggio degli indumenti sintetici contribuisce al problema con lo scarico annuale di mezzo milione di tonnellate di microfibre nei mari.

mari inquinati per i rifiuti della moda
Il livello dei rifiuti ormai è insostenibile/Biopianeta.it

Le azioni del progetto. VERDEinMED punta a rivoluzionare l’industria tessile attraverso l’introduzione e il supporto all’adozione di processi e tecnologie basati sull’economia circolare. Il progetto mira a creare un modello innovativo per modelli sostenibili di produzione e consumo nel settore tessile. Tra le strategie proposte ci sono la modifica, la riparazione, lo scambio, la vendita o la donazione degli indumenti come alternative al semplice smaltimento.

Verso un futuro più sostenibile. La direttiva quadro sui rifiuti dell’UE prevede che entro il 2025 sia obbligatoria la raccolta differenziata dei prodotti tessili. VERDEinMED si inserisce perfettamente in questa visione strategica promuovendo pratiche che possono trasformare un settore tradizionalmente considerato tra i più inquinanti in uno virtuoso ed eco-sostenibile. L’impegno verso acquisti consapevoli e preferibilmente orientati verso il mercato dell’usato rappresenta non solo una scelta etica ma anche ecologica.

In conclusione l’iniziativa VERDEinMED rappresenta un passo importante verso la riduzione dell’impatto ambientale dell’industria della moda nel Mediterraneo attraverso pratiche sostenibili ed eco-compatibili che coinvolgono consumatori ed aziende nella transizione verso un’economia circolare.

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