Inquinamento

Ogni giorno il mare diventa più pulito grazie a loro: la nuova tecnologia che potrebbe salvarci

L’inquinamento del Pacifico dovuto alle plastiche potrebbe essere ridotto drasticamente grazie a un sistema di pulizia innovativo.


Ogni anno tonnellate di plastica si riversano nell’Oceano Pacifico inquinando l’acqua e l’ambiente circostante, e mettendo a rischio anche le specie marine che abitano l’oceano. Ma ci sono delle associazioni che da anni sono impegnate nella salvaguardia dell’ambiente e del mare, che hanno anche inventato dei metodi innovativi per rimuovere le plastiche dalle distese d’acqua.

Una di queste associazioni, o meglio organizzazioni no-profit, si chiama The Ocean Cleanup ed è stata fondata da Boyan Slat, che ne è anche il CEO, il quale ha recentemente spiegato alla stampa la nuova missione dell’organizzazione di ripulire la plastica galleggiante nelle acque.

Dal 2013, il team di ingegneri e scienziati dell’organizzazione che ha sede nei Paesi Bassi, ha testato e implementato barriere per la cattura dei detriti, intercettatori fluviali autonomi e, probabilmente il dispositivo di cattura della plastica più famoso chiamato Ocean Cleanup System.

Ocean Cleanup System 03: ecco come si ripulisce l’oceano

Ocean Cleanup System 03 è l’ultima versione del sistema di pulizie e cattura della plastica oceanica. Questo macchinario opera nella Great Pacific Garbage Patch, situata a centinaia di miglia al largo tra la California e le Hawaii. Boya Slat, stesso ha parlato della missione e ha fatto una panoramica di come il System 03 raccoglie i detriti di plastica galleggianti nell’Oceano Pacifico.

Nuovo sistema per ripulire l'oceano
L’ONG The Ocean Cleanup si adopera per ripulire l’oceano dalle plastiche galleggianti – Biopianeta.it

Intervistato da Cnet.com, Slat ha spiegato il funzionamento dell’intera macchina per pulizia del mare. In particolare si tratta di un sistema composto da due parti. Da una parte c’è un hardware, ovvero la struttura in sé che si trova in acqua. Questa è composta da una grossa barriera a forma di U che si estende per ben 2500 metri e viene trainata da due grosse navi. L’obiettivo è usarla come grosso retino per raccogliere la plastica.

Mentre dall’altra parte c’è il software, caratterizzato da modelli computerizzati che permettono l’operatività del sistema. Un vero e proprio sistema macroscopico di raccolta delle plastiche galleggianti che, seppure non dovesse riuscire a eliminare del tutto la plastica dall’oceano, comunque sarebbe in grado di ridurre sensibilmente il livello di inquinamento.

La plastica – ha continuato Boyan Slat durante la sua intervista a Cnet.com – viene trattenuta e poi periodicamente, una volta piena, issiamo la zona di raccolta sul ponte di una delle navi e la svuotiamo“. In questo modo l’intero sistema purifica le acque.

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