Carne in vendita del supermercato, l’analisi de ‘Il Salvagente’ fa emergere dettagli preoccupanti: coinvolte marche molto note
Una recente analisi condotta da degli esperti, ha dimostrato che alcuni produttori di carne non rispettano le indicazioni basilari.
La carne è indubbiamente uno degli alimenti più consumati al mondo, gli esseri umani ne mangiano infatti circa 312 milioni di tonnellate ogni anno. Bisogna inoltre ricordare che l’eccessivo consumo di questo alimento ha ovviamente degli effetti negativi sulla salute umana e sull’ambiente. In modo particolare, tutti coloro che mangiano questo alimento in grande quantità hanno un rischio maggiore di sviluppare malattie gravi.
Un altro problema da non sottovalutare è quello inerente alle emissioni di gas serra. Il commercio della carne produce infatti enormi quantità di CO2, a causa del trasporto aereo, stradale, navale e ferroviario. Tuttavia, una recente analisi condotta da “Il Salvagente” ha portato a galla delle informazioni piuttosto preoccupanti, inerenti alla produzione della carne e alla vendita nei supermercati.
L’analisi sulla carne che preoccupa i consumatori
Un recente test condotto da “Il Salvagente”, che è il leader nei test di laboratorio contro le truffe, ha rivelato un preoccupante aumento di grassi nella carne. Per la precisione, gli esperti hanno analizzato 18 petti di pollo prodotti da differenti marchi.
Ciò che ha lasciato tutti senza parole sono quelli commercializzati da Aia e da Esselunga, poiché i ricercatori hanno riscontrato dei valori piuttosto preoccupanti. I grassi presenti sono infatti risultati superiori di tre volte alla soglia consentita dal Crea. La maggior parte dei consumatori crede inoltre che il semplice petto di pollo sia una variante magra di carne, per questo motivo viene acquistato a grande quantità.
Qual è allora la verità su questo particolare alimento? Innanzitutto, le analisi condotte da “Il Salvagente” hanno evidenziato un cambiamento negli ultimi anni. La composizione nutrizionale dei petti di pollo è infatti cambiata radicalmente nel corso degli anni: il contenuto di grassi è quindi aumentato progressivamente.
Alcuni petti di pelli analizzati in laboratorio contenevano addirittura da 2 a 2,5 grammi di grasso in più, rispetto al valore di riferimento standard. In altre parole, il consumatore che acquista questo particolare prodotto può trovare un contenuto di grassi che supera del 150-212% la soglia massima consentita. Quali sono allora i petti di pollo peggiori? Le marche che producono polli con un alto contenuto di grassi sono i seguenti:
- Aia sottilissime di pollo: 2,5 grammi di grassi in 100 grammi di carne
- Filetto di pollo a fette di Esselunga: 2,5 grammi di grassi in 100 grammi di carne
- Conad petto di pollo a fette: 2,2 grammi di grassi in 100 grammi di carne
- Md Bontà di Italia petto di pollo a fette: 2,1 grammi di grassi in 100 grammi di carne