Inquinamento

Microplastiche nel Tirreno trasportate dal Tevere: il nuovo studio sull’ambiente è allarmante

Dal Tirreno al Tevere le microplastiche inquinano: cosa emerge da uno studio e perché i dati sono allarmanti. 


L’inquinamento delle microplastiche è un problema che va avanti da molto tempo. Gli ultimi dati, forniti dagli studiosi, evidenziano un quadro allarmante e da non sottovalutare. Stiamo infatti vivendo un periodo in cui i nostri mari vengono sempre di più sporcati e inquinati dall’attività umana.

A ribadirlo è uno studio dell’Università Tor Vergata di Roma che ha mostrato dati preoccupanti. Nelle acque del Tevere sono state scoperte microplastiche provenienti dal Tirreno e fino a sei chilometri dalla costa. La media è davvero alta, così come è costante l’aumento di questa criticità.

Cosa emerge dallo studio sulle Tirreno e le microplastiche

Nel Tevere è stata rilevata una ingente quantità di microplastiche, provenienti dal Tirreno, a soli sei chilometri dalla costa. Il materiale inquinante sarebbe stato trasportato proprio dal fiume che attraversa la città di Roma (e non solo). L’ultimo studio, a differenza di molti altri, ha certificato l’impatto dei fiumi sul fronte del trasporto di microplastiche nel Mediterraneo, specie il Tevere, nel trasporto di microplastiche nel Mediterraneo, provoca gravi conseguenze.

Scoperta plastica nel Tirreno
Nel Tirreno tanta microplastica trasportata dal Tevere: la scoperta – Biopianeta.it

Gli altri studi, invece, si sono soffermati sulle acque del mare e la presenza di microplastiche. Un allarme da non sottovalutare, specialmente nell’analisi del periodo 2006-2016. Le stime parlano di oltre 8mila tonnellate di microplastiche trasportate nel Mediterraneo mediante i fiumi.

L’analisi è partita dal fondale del Tirreno all’altezza della foce del Tevere. E proprio grazie alla raccolta di campioni, nello specifico nell’area marina fra Fiumara Grande e il Canale di Traiano, è stato possibile ricostruire un quadro non di certo entusiasmante.

La raccolta dei campioni è avvenuto su quattro differenti livelli di profondità: si va da 300 metri fino a 6 chilometri dalla costa marina. I campioni analizzati in laboratorio hanno permesso di scoprire, in tutti i casi, la presenza di microplastiche e polistirolo, con una maggiore concentrazione nella zona più lontana dalla costa. Proprio qui, infatti, la media è di 45 microgrammi per litro.

Ma ci sono alcuni punti in cui si può arrivare a 60 microgrammi per litro, un dato assolutamente alto e preoccupante. Questo tipo di microplastiche sono dannose per l’ambiente e possono essere fonte di ingerimento da parte degli invertebrati marini (tipo vongole e gamberetti), così come dei pesci. Una pericolosissima catena alimentare che rischia di contaminare i prodotti ittici che giungono sulle tavole delle persone.

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