Ambiente

Il dramma della Val Venosta, i pesticidi della frutta raggiungono tutti gli angoli della regione

Lo scottante segreto della Val Venosta: i pesticidi si diffondono ovunque, dalla valle alle vette più alte, minacciando l’intero ecosistema della regione.


Nel cuore delle maestose Alpi, la Val Venosta cela un segreto oscuro che mina la sua bellezza naturale e la sua biodiversità: i pesticidi utilizzati nella coltivazione della frutta. Questi veleni invisibili si diffondono silenziosamente, raggiungendo ogni angolo della regione, dalla valle alle vette più remote. In questo scenario, il paesaggio idilliaco è offuscato da una minaccia che richiede una consapevolezza urgente e un’azione decisa per proteggere l’ecosistema unico di questa meravigliosa regione alpina.

In particolare le succose mele della valle Venosta portano con sé un oscuro segreto: una “coda chimica” che si innalza fino alle vette oltre i 2000 metri. Questo “veleno” invisibile, veicolato attraverso l’uso dei pesticidi, minaccia gli ecosistemi delicati delle montagne, spesso considerati santuari naturali intoccabili. Uno studio condotto dalla Rheinland-Pfälzische Technische Universität Kaiserslautern-Landau ha scoperchiato una realtà sconcertante: su 53 siti analizzati nella valle, solo uno è rimasto immune alla contaminazione chimica. Coincidenza sorprendente? Forse no, considerando che è anche l’unico luogo dove gli insetti impollinatori prosperano in abbondanza.

Questo team di scienziati ha abbracciato l’avanguardia con un approccio innovativo nella valutazione della contaminazione da pesticidi a scala paesaggistica. Utilizzando tecniche avanzate che permettono di rilevare fino a 100 sostanze chimiche simultaneamente, anche a concentrazioni minime, hanno svelato l’inquietante verità di quanto i prodotti chimici utilizzati nelle terre basse possano diffondersi e infiltrarsi anche nei vette alpine.

La diffusione silenziosa della contaminazione

Ma come avviene questo fenomeno? Il vento e le correnti ascendenti si rivelano complici nel trasporto di queste sostanze nocive, scagliandole lontano dalle loro applicazioni iniziali. Il risultato? Una mappa della contaminazione da pesticidi che abbraccia l‘intera valle Venosta. I ricercatori hanno suddiviso il territorio in transetti altimetrici, raccogliendo campioni di piante e suolo in 53 diverse località, fino a raggiungere quota 2300 metri. Sebbene la concentrazione di pesticidi diminuisca con l’altitudine, persino sulle cime più alte persistono miscele di sostanze chimiche, il cui impatto combinato rimane poco esplorato.

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Chiamata all’azione: proteggere l’ecosistema della Val Venosta – Biopianeta.it

Ma c’è di più: anche se la concentrazione di una singola sostanza può sembrare insignificante, gli effetti sugli insetti impollinatori, come le farfalle, possono essere devastanti. Dosi subletali di questi pesticidi interferiscono con i cicli vitali di queste creature, minacciando la loro sopravvivenza e portando a un declino delle popolazioni. E non è tutto: più della metà dei siti analizzati ha rivelato tracce di methoxyfenozide, una sostanza bandita in alcuni paesi europei per i suoi impatti negativi sull’ambiente e sulla biodiversità. In questo contesto, diventa chiaro che il prezzo delle nostre mele può essere molto più alto di quanto pensassimo, portando con sé rischi nascosti che si estendono fino alle vette più remote delle nostre montagne.

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