Salute e benessere

Tumore al seno e test genetici: questi i casi in cui è importante farli subito

Ci sono dei casi in cui è fondamentale eseguire dei test genetici per controllare l’eventuale presenza del tumore al seno. Ecco quando farli.


Il tumore alla mammella è senza dubbio una delle patologie più presenti in una popolazione, ogni anno in Italia si riscontrano circa 55.000 casi tra le donne. Nonostante l’alto numero di tumori la probabilità di sopravvivere è altissima, secondo le ultime analisi arriva addirittura all’88%. Questa patologia possiede inoltre una storia antichissima, la prima identificazione risale infatti all’epoca degli antichi egizi.

Gli archeologi hanno addirittura ritrovato un papiro del 1.600 a.C., sul quale i medici descrissero alcuni casi di tumori alla mammella. Oggi, la moderna tecnologia offre fortunatamente la possibilità di curare la temuta patologia, soprattutto grazie alla prevenzione.

Ecco quando eseguire i test genetici

Alcuni esperti consigliano di eseguire i famosi test genetici per prevenire e curare il tumore alla mammella, ma poche persone sanno effettivamente quando vanno effettuati. Innanzitutto, bisogna ricordare che un’alterazione dei geni BRCA1 e BRCA2, visibile attraverso le analisi genetiche, può far capire al medico la giusta terapia da seguire.

Sulla prestigiosa rivista Journal of Clinical Oncology è recentemente apparso un articolo dedicato proprio ai test genetici, scritto in collaborazione con l’Associazione dei Chirurghi Senologi Americani. In modo particolare, gli esperti hanno affrontato il tema della prevenzione e delle tempistiche nel campo della genetica.

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Quali analisi effettuare – biopianeta.it

La genetista e ricercatrice dell’Università Cattolica di Roma, Emanuela Lucci Cordisco, ha infatti affermato che gli oncologi americani vogliono capire a chi consigliare i test genetici. Secondo alcuni esperti, queste analisi particolari andrebbero consigliate ad un alto numero di pazienti. Per la precisione, andrebbe eseguito alle donne con diagnosi di tumore al seno fino a 65 anni di età, anziché fino a 40 anni. E’ infatti molto importante seguire i pazienti che presentano un’alterazione dei geni BRCA1 e BRCA2. In altre parole, per aumentare la prevenzione e per migliorare le cure e il loro successo tutti dovrebbe controllare l’eventuale alterazione dei geni.

Tuttavia, se tutti i pazienti decidessero di eseguire le analisi genetiche il carico di lavoro dei laboratori aumenterebbe in modo incontrollato. Per raggiungere questo obiettivo, la sanità dovrebbe quindi aumentare il personale e le strutture idonee a svolgere i numerosi test. Ad ogni modo, la maggior parte delle forme tumorali è fortemente influenzata dall’ambiente e dallo stile di vita. La mutazione di alcuni geni indica invece una probabilità più alta di sviluppare la patologia, ciò significa che è fondamentale studiare il DNA di ogni singolo paziente.

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