Ambiente

Il lato oscuro delle bici elettriche che nessuno conosce: terribili notizie per l’ambiente

Sei sicuro che usare la bicicletta elettrica sia una scelta ecologica? C’è un lato oscuro di questa scelta che forse non conosci!


Il bike sharing è stato osannato come un baluardo della sostenibilità. Doveva essere un modo per ridurre l’inquinamento e promuovere la mobilità verde. Tuttavia, in Cina, dove è iniziata la bolla del bike sharing nel 2017, questo entusiasmo si è trasformato in un disastro ambientale inaspettato.

L’ondata di entusiasmo che ha scatenato la corsa al bike sharing ha portato a un eccesso incontrollato di produzione. Di conseguenza numerose società hanno immesso sul mercato oltre 30 milioni di biciclette destinate alla condivisione. Oggi, molte di queste biciclette, una volta celebrate come simbolo di mobilità sostenibile, giacciono abbandonate in enormi discariche. Queste discariche portano il nome di “cimiteri di biciclette”.

Il rovescio della medaglia delle bici elettriche

Il processo di produzione di queste biciclette ha un lato oscuro che coinvolge lo sfruttamento delle popolazioni più povere. Le batterie elettriche che alimentano molte di queste biciclette sono prodotte attraverso l’estrazione di metalli rari, come il cobalto. Inoltre le condizioni di lavoro sono estreme e spesso violative dei diritti umani, coinvolgendo donne e minori in particolare.

bici abbandonate nelle discariche
Una volta buttate giacciono nel “cimitero delle biciclette” – Biopianeta.it

E il risultato di questa frenetica corsa al bike sharing è evidente nei “cimiteri di biciclette”. Qui decine di milioni di biciclette abbandonate creano un’enorme sfida ecologica. La gestione di queste discariche è complicata dalla mancanza di regolamentazioni chiare e dalla complessità nel riciclaggio dei materiali. Non si sa infatti come gestire i complicati lucchetti digitali e i pannelli solari presenti su alcune biciclette. Inoltre, la problematica del bike sharing in Cina non si limita solo alla gestione delle discariche. Le biciclette, spesso rubate o abbandonate, finiscono nei fiumi e nella vegetazione, contribuendo all’inquinamento.

Le città più grandi hanno dovuto sviluppare linee guida specifiche per limitare il caos causato dalle società di bike sharing. Tuttavia, il problema persiste, con biciclette ancora rinvenute nei fiumi della Cina meridionale. In risposta a questa crisi, alcune biciclette sono state donate a zone colpite da disastri naturali al di fuori della Cina. Tuttavia, resta incerta la misura in cui queste donazioni abbiano effettivamente compensato l’impatto ambientale complessivo delle biciclette abbandonate.

In conclusione, la bolla del bike sharing in Cina ha svelato il lato oscuro di questa apparente rivoluzione verde. Ha messo in luce il costo umano ed ecologico di un’eccessiva produzione senza regolamentazioni adeguate. Il cammino verso una mobilità sostenibile richiede un approccio diverso. Si deve considerare non solo l’aspetto ambientale immediato ma anche l’impatto a lungo termine su persone e pianeta.

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