Grande Isola di Plastica del Pacifico, perché smantellarla potrebbe essere controproducente: l’allarme degli scienziati
Secondo alcuni scienziati eliminare la grande isola di plastica, formatasi nell’Oceano Pacifico, potrebbe non essere una buona idea.
L’inquinamento da plastica è uno dei problemi più importanti dell’attuale secolo, gli oceani della Terra possiedono infatti oltre 150 milioni di tonnellate di materiale plastico. E non solo: ogni anno i vari paesi ne immettono altri 5-13 milioni di tonnellate. Si tratta quindi di un’emergenza mondiale, soprattutto perché questi rifiuti col passare del tempo si trasformano in microplastiche. Queste ultime sono sostanzialmente delle particelle di plastica estremamente piccole: le dimensioni variano da un micrometro a 5 mm.
Per quale motivo allora rappresentano un pericolo? Innanzitutto, grazie alle loro ridotte dimensioni riescono a penetrare dappertutto, anche negli intestini dei pesci e dei crostacei. Raggiungono perciò l’organismo umano con grande facilità, poiché molte persone si cibano di pesci, crostacei e molluschi.
La verità sulla grande isola di plastica
Nell’Oceano Pacifico si trova la famosa grande isola di plastica, le cui dimensioni raggiungono i 700.000-10 milioni di chilometri quadrati. Questo accumulo di rifiuti ha quindi una grandezza che può essere paragonata a quella dell’isola iberica o addirittura alla superficie degli Stati Uniti. Esiste in realtà un progetto, chiamato The Ocean Cleanup, che ha come obiettivo principale lo smantellamento della grande isola di plastica. In particolar modo, avrebbe la tecnologia per raccogliere 18 tonnellate di plastica in una sola operazione. Ciò significa che la Great Pacific Garbage Patch, che le correnti hanno creato tra le Hawaii e la California, potrebbe finalmente scomparire in pochissimo tempo.
Tuttavia, alcuni scienziati non sono del tutto d’accordo sulla rimozione della plastica galleggiate. Per quale motivo allora non vogliono eliminarla? In realtà, smantellare un’isola di rifiuti grande tre volte la Francia potrebbe essere controproducente. Prima di tutto, bisogna ricordare che il progetto The Ocean Cleanup utilizzerebbe una rete lunga 2,2 chilometri e profonda 4 metri, la quale verrebbe trainata da due navi. Questo sistema dovrebbe perciò afferrare le decine di tonnellate di plastica e rimuoverle dall’oceano, per portarle negli impianti di riciclo attraverso dei container.
Ad ogni modo, questa complicatissima operazione non risolverebbe il problema della microplastica, a causa delle sue ridottissime dimensioni. La lunga rete di 2,2 chilometri non riuscirebbe pertanto ad acchiappare le minuscole particelle di plastica, che rappresentano il 94% dell’isola. Secondo gli scienziati, il vero problema dell’inquinamento è rappresentato dalle microplastiche, anziché dai rifiuti più grandi ed evidenti.
Nell’attuale epoca non ci sono purtroppo dei mezzi capaci di aspirare le piccolissime particelle, poiché le loro dimensioni possono toccare addirittura i micrometri. Raggiungere la grande isola di plastica è inoltre molto dispendioso, si trova infatti nel cuore dell’Oceano Pacifico. Un altro fattore da non sottovalutare è rappresentato dalla vita: l’isola di plastica è ormai abitata da molte specie marine. Per questo motivo, non è consigliabile la sua rimozione.