Ambiente

Gli stambecchi della Alpi rischiano l’estinzione a causa del clima: il devastante effetto dell’aumento delle temperature

Un cambiamento mai considerato prima d’ora nelle abitudini degli stambecchi rischia di sterminarli, situazione al limite!


Il cambiamento climatico è uno degli argomenti di maggior interesse degli ultimi anni, anche se ancora non abbastanza, è stato fatto per far sì che questo trend possa davvero invertirsi.

Sono tantissimi i motivi per cui un continuo innalzamento delle temperature è da considerarsi catastrofico, questo infatti potrebbe portare ad una serie di reazioni a catena in grado di cambiare il nostro pianeta in maniera radicale, e non saremmo solo noi a pagare le conseguenze.

Sono molte le specie di animali che stanno infatti affrontando già una dura lotta per via dell‘innalzamento delle temperature, soprattutto specie già in forte rischio tra le quali in Italia possiamo annoverare certamente gli stambecchi. Questi ungulati presenti sul nostro territorio ormai in sporadici gruppi sono particolarmente evoluti per vivere in climi freddi e l’innalzamento delle temperature sta innescando in loro un cambiamento che sembra aver sortito già i primi effetti negativi.

Gli stambecchi scelgono sempre di più il pascolo notturno, un’azione che potrebbe farli estinguere in brevissimo tempo

Alcune volte può sembrare difficile comprendere la natura e le sue scelte ma è sempre vero che dietro di queste non vi sono mai motivi banali. Nel caso particolare degli stambecchi sta facendo molto riflettere un marcato cambiamento osservato dalla comunità scientifica nelle loro abitudini alimentari.

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Allarme stambecchi, così rischiano l’estinzione – biopianeta.it

Questi animali sono principalmente diurni e solitamente cominciano la loro giornata molto presto pascolando tra le zone più fredde dell’appennino, a causa dell’aumento delle temperature, tuttavia, l’attività di questi animali sta variando, vedendoli sempre più attivi in ore di poca luce nel quale non avrebbero dovuto esserlo.

Questo cambiamento è molto rischioso per questi ungulati che così facendo si espongono molto di più al rischio di essere predati da animali notturni come il lupo italico. Ad analizzare tali rischi è stato un team delluniversità di Ferrara, il quale ha affermato come il bisogno di vivere in condizioni di temperatura ideale per questo animali è più importante del rischio di essere predati, una scelta che a breve potrebbe però costare molto cara.

Già gli ultimi censimenti non sono infatti stati positivi, questi hanno mostrato una possibile diminuzione del numero di esemplari che attualmente sembra affermarsi su una media di 148, più bassa rispetto a quella di 170 rilevata tempo prima. Tali dati potrebbero però essere collegati anche allo scarso innevamento e non solo alla predazione, ma ad ogni modo non possono che restare allarmanti.

Di questo passo il calo demografico di queste capre selvatiche potrebbe essere inarrestabile e repentino e sul territorio italiano saremmo dunque costretti a dire addio ad un’altra specie. Questo cambio di abitudini, tuttavia, non riguarderebbe solo questi animali, sottolineando come si stia viaggiando ormai su un filo sottile ed il punto di non ritorno potrebbe essere ben più vicino di quello che tutti immaginiamo.

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