Salute e benessere

Non sottovalutare questi sintomi: possono significare una grave carenza

Quando al nostro organismo manca ciò di cui ha bisogno, riceviamo dei campanelli d’allarme più o meno evidenti. Ecco come riconoscere alcuni dei più importanti. 


Avvertire dolori alle ossa e/o alle articolazioni? Un senso di debolezza muscolare e di fragilità in generale? Avete difficoltà a pensare in modo chiaro e ordinato? Vi sentite spesso stanchi e senza energie? Guai a trascurare questi segnali: sono molto probabilmente sintomatici di una carenza che, nei casi più gravi, può seriamente compromettere la salute del nostro organismo.

L’antico proverbio non sbaglia: prevenire è sempre meglio che curare. Se ignoriamo i sintomi appena descritti, rischiamo di incorrere in complicazioni molto spiacevoli. Per esempio, il rachitismo (nei soggetti di giovane o giovanissima età), l’osteomalacia (nel caso degli adulti), l’osteoporosi (nei soggetti in terza età e nelle donne in menopausa). Questo per quanto riguarda le conseguenze. Ma quali sono le cause del problema?

Un componente cruciale del “motore” che fa girare il nostro organismo

Quelle sopra delineate sono le tipiche avvisaglie di una carenza di vitamina D. Un problema al quale la maggior parte delle persone non pensa mai, ma che è tutt’altro che raro: secondo uno studio della Harvard University, riguarderebbe circa un miliardo di persone in tutto il mondo.

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Le cause di una carenza di vitamina D possono essere molteplici (Biopianeta.it)

Ricordiamo innanzitutto che la vitamina D assolve a importantissime funzioni nell’organismo umano: promuove l’assorbimento del calcio a livello intestinale, mantiene nella norma i livelli ematici di calcio e fosforo, favorisce il riassorbimento di calcio e fosforo a livello renale, rafforza le ossa, attraverso la deposizione del calcio a livello del tessuto osseo (dunque è particolarmente importante per i bambini). L’essere umano assume la vitamina D in due modi: attraverso gli alimenti (pesce azzurro e tuorlo d’uovo in primis) e con l’esposizione solare (ragion per cui è detta anche “vitamina del sole”).

La carenza di vitamina D viene diagnosticata misurando i livelli sanguigni di 25-idrossi-vitamina D e 1,25 diidrossi-vitamina D. La forma biologicamente attiva di vitamina D (calcitriolo) è particolarmente importante per la salute ossea: in caso di deficit, l’integrità dello scheletro può essere seriamente compromessa.

La vitamina D è assunta con la dieta e/o sintetizzata nell’organismo, e le cause di una eventuale carenza possono essere molteplici: fattori soggetti, latitudine, stile di vita, abitudini alimentari. Il più delle volte il problema è dovuto a un’inadeguata esposizione solare, un insufficiente apporto alimentare, presenza di malattie renali o epatiche, assunzione di particolari farmaci.

Per prevenire la carenza di vitamina D, dunque, è fondamentale esporsi regolarmente alla luce solare (ma naturalmente senza eccessi) e assumere un’adeguata quantità di alimenti che ne sono ricchi. Ma per i soggetti già compromessi può essere opportuna una terapia farmacologica volta a riportare immediatamente i livelli di riferimento entro valori standard.

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