Tecnologia

Ci sono dei topi che riescono a muovere gli oggetti con la forza della mente: la scoperta sensazionale

Sembra che ci sia una scoperta sensazionale che gli scienziati hanno fatto studiando il comportamento dei topi da laboratorio!


I topi da laboratorio sono animali utilizzati in una vasta gamma di ricerche scientifiche per scopi sperimentali e di studio. Sono tra gli animali più comunemente utilizzati in laboratori per le loro dimensioni, del ciclo di vita e della loro capacità di riprodursi rapidamente. Ciò li rende utili per studi a breve termine e per la generazione di linee di topi geneticamente modificate

L’uso di topi da laboratorio è stato fondamentale per i progressi nella ricerca biomedica, ma solleva anche questioni etiche e morali riguardo al trattamento degli animali. Pertanto, la ricerca con animali da laboratorio è soggetta a regolamentazioni rigorose. Essa viene condotta con attenzione per garantire il benessere degli animali e massimizzare il valore scientifico delle ricerche. Ma vediamo in particolare una scoperta recentissima fatta studiando il comportamento dei ratti in laboratorio.

Un’impresa da Jedi

Come i piccoli Yoda pelosi i ratti possono sollevare cubi digitali e lasciarli cadere vicino a un bersaglio. Ma questi ratti non usano la Forza. Stanno usando la loro immaginazione. Il neuroscienziato Albert Lee e i suoi colleghi dell’UCLA studiano come il cervello possa tornare indietro nel tempo rivisitando i ricordi e saltando avanti per immaginare scenari futuri. Questi processi, a volte chiamati “viaggio mentale nel tempo”, sono parte di ciò che rende la nostra vita mentale interiore piuttosto ricca e interessante, afferma Lee.

i topi possono teletrasportarsi con l'immaginazione
Sembra che i topi possono sollevare cubi digitali e lasciarli cadere vicino a un bersaglio (biopianeta.it)

Il neuroscienziato e ingegnere Chongxi Lai, Lee e colleghi hanno addestrato i ratti a muoversi su un tapis roulant sferico nel mezzo di un mondo virtuale 3-D. Mentre i ratti frugavano nel loro mondo virtuale, gli elettrodi registravano segnali provenienti dalle cellule nervose nell’ippocampo dei ratti. Queste cellule sono strutture cerebrali note per contenere complesse informazioni spaziali. In questo modo, i ricercatori hanno abbinato i modelli di attività cerebrale con i punti del mondo virtuale.

Successivamente, i ricercatori volevano sapere se i ratti riuscivano a immaginare la loro strada attraverso il mondo. Gli animali sono stati addestrati a spostare mentalmente un cubo virtuale su una colonna tortuosa. Dovevano farlo utilizzando solo schemi di attività cerebrale nell’ippocampo. In questo esperimento, il mondo della realtà virtuale era controllato dal cervello dei ratti.

Dopo un po’ di addestramento, i topi hanno padroneggiato il compito. Attivando il giusto modello di cellule nei loro ippocampi, i ratti potevano concentrarsi e tenere il cubo vicino alla colonna tortuosa per diversi secondi. In un altro compito, i ratti si teletrasportavano mentalmente attraverso il mondo virtuale per raggiungere la colonna tortuosa.

I risultati dello studio

I risultati sono “una prova evidente che i ratti possono usare l’immaginazione per eseguire compiti nuovi e artificiali”, afferma il neuroscienziato Daoyun Ji. E non si tratta solo di ratti. “È probabile che anche noi esseri umani immaginiamo attivando la memoria dell’ippocampo”, afferma.

L’ippocampo, una struttura a forma di cavalluccio marino situata in profondità su ciascun lato del cervello, è molto complesso e ancora piuttosto misterioso. Il suo lavoro e altri hanno dimostrato che le cellule sono influenzate da ogni genere di cose, al di là delle posizioni spaziali astratte.

Elettrodi impiantati in diverse parti del cervello umano hanno consentito alle persone di controllare computer e arti robotici, ad esempio. I dispositivi che incorporano i segnali neurali dell’ippocampo potrebbero un giorno consentire lavori più astratti, afferma Lee. Rispetto ai ratti, dice, “gli esseri umani possono probabilmente controllare il loro ippocampo per periodi più lunghi con un repertorio più ampio“.

Insomma una sensazionale scoperta che forse un giorno potrebbe portare l’uomo a controllare gli oggetti solo con il pensiero!

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