Sustainability Life

Prodotti alimentari in scadenza, fino a quando li puoi mangiare? Quello che devi sapere

Siete sicuri di conoscere la differenza tra “scadenza” e “termine ultimo di conservazione”? Ecco cosa sapere per dire addio agli sprechi.


Viviamo in un’epoca di consumismo estremo. Qualcosa ci piace? Lo compriamo quasi sempre, soprattutto in termini di cibo. Ci priviamo magari di un vestito nuovo, ma in termini di spesa al supermercato difficilmente diciamo “no”.

E così succede che il nostro frigo o la nostra dispensa sia piena di prodotti che poi magari non riusciamo a consumare in tempo e, ormai scaduti, li dobbiamo buttare. Un momento però: siamo sicuri di aver sempre gettato nella spazzatura prodotti e alimenti che veramente non potevamo più mangiare? Sappiamo interpretare correttamente un’etichetta di scadenza senza rischiare di star male mangiando qualcosa di avariato, ma al contempo, senza gettare cibo che invece si poteva ancora consumare?

Da consumarsi “entro” o “preferibilmente”. Differenze e cosa sapere

Ognuno di noi sa che prima di consumare un prodotto deve controllare e rispettare la data di scadenza. Ma con alcuni prodotti è solo indicativa, mentre con altri è essenziale che venga seguita alla lettera. Questo crea non poca confusione negli utenti tanto che l’UE sta pensando di modificare e aggiungere la dicitura “Spesso buono oltre il…” accanto a quella di “Consumare preferibilmente entro…”. Con questa scritta, infatti, sembra che i consumatori possano capire più chiaramente che i generi alimentari che riportano questa specifica scritta spesso possono essere consumati anche dopo la data segnata.

Interpretare al meglio la data di scadenza
La differenza tra “Da consumare entro e preferibilmente” (Biopianeta.it)

Ma c’è di più. La differenza tra le diciture è fondamentale e bisogna comprenderla al meglio.

  • Data di scadenza. Questa data è espressa dalla scritta “Da consumare entro”. In questo caso non possiamo sgarrare perché già dal giorno dopo il rischio è che l’alimento sia pericoloso per la salute.
  • Termine minimo di conservazione (TMC). Qui la data è indicativa e viene accompagnata dalla dicitura “Da consumarsi preferibilmente entro…”. Significa che fino a quella data l’alimento conserva le sue caratteristiche specifiche. Oltre quel momento spesso l’alimento non è da buttare e può essere ancora consumato. Certo, non dobbiamo aspettare un anno, ma sicuramente possiamo giocare con qualche giorno dopo il TMC. I prodotti da dispensa secchi, come i cracker, ad esempio, sono quelli che possono avere un po’ più di lasco. Magari non saranno friabili come appena comprati, ma non dovrebbero essere dannosi per la salute se consumati dopo qualche tempo dalla data di TMC.

Insomma, questo ci deve insegnare sicuramente ad interpretare in maniera corretta le date di scadenza, ma non solo. La cosa più importante che dobbiamo ricordarci è di comprare meno alimenti, concentrarci sui nostri bisogni e non esagerare.

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