Degli ansiolitici conosciamo già la risposta (affermativa), ma gli antidepressivi creano dipendenza?
Il consumo a lungo termine di antidepressivi promuoverebbe uno stato di dipendenza? La risposta non è così scontata.
La prescrizione sempre più frequente di antidepressivi solleva la questione se si tratti di farmaci che creano dipendenza. Inoltre non sono prescritti solo per i disturbi depressivi.
Di fatto, gli antidepressivi vengono somministrati anche ai pazienti che soffrono di dolore cronico, disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), disturbo di panico, fobie gravi o stress post-traumatico.
Gli antidepressivi sono efficaci, ma non dovrebbero essere usati come unica strategia per superare un disturbo dell’umore. Gli esperti sono tutt’ora convinti che la terapia psicologica sia la migliore strategia contro la depressione ed evita così ricadute o l’uso prolungato di questi farmaci nel tempo.
Antidepressivi: creano dipendenza?
Ogni persona porta con sé una storia e caratteristiche sociali e genetiche che la faranno reagire in un modo o nell’altro alle terapie antidepressive. Perciò: quello che funziona con un soggetto magari non è adatto ad un altro. Ciò vale anche in caso di uso di farmaci. La verità è che il dibattito sulla dipendenza dagli antidepressivi è solitamente accompagnato da più di un mito.
Attualmente in commercio esistono cinque classi di antidepressivi che servono in casi diversi.
Secondo alcuni ricercatori che hanno condotto uno studio sugli antidepressivi, un effetto collaterale dell’uso di questi medicinali tende a essere trascurato. Stiamo parlando della dipendenza fisica e l’insorgenza di sintomi di astinenza quando il trattamento è interrotto.
Una volta risolta la depressione o l’ansia del paziente, il medico deve guidarlo verso l’interruzione del trattamento, fornendo allo stesso tempo trattamenti non farmacologici per aiutarlo a mantenere la salute mentale, spiegano gli studiosi. Il paziente deve seguire un programma graduale, ma in nessun caso interrompere improvvisamente il trattamento.
I ricercatori dello studio hanno analizzato 60 anni di dati sull’argomento e secondo loro gli antidepressivi di prima generazione causerebbero sintomi più gravi come aggressività, catatonia (disturbo del sistema motorio e dell’umore) e disturbi cognitivi.
Inoltre, i ricercatori temono che sia i pazienti che i medici non prestino sufficiente attenzione alle conseguenze a lungo termine dell’assunzione di antidepressivi. Soprattutto perché questi possono essere prescritti per altre condizioni come il disturbo ossessivo compulsivo o le sindromi dolorose croniche.
Insomma, per rispondere alla domanda posta in partenza: gli antidepressivi creano dipendenza a lungo termine. Per questo motivo andrebbero utilizzati come terapia farmacologica solo nei casi realmente necessari. Ma, a quanto pare, sia per i pazienti che per i medici si tendono a sottovalutarne gli effetti.