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Prati di montagna: da riserva a fabbrica di CO2

Siamo abituati a figurare nella nostra mente i prati di montagna come una delle immagini caratteristiche della natura incontaminata. Le montagne con le vette innevate anche in estate lasciano spazio sotto di loro a splendide vallate verdi, dove gli animali possono vagare nei prati senza il minimo disturbo. Una tale convinzione non è affatto sbagliata, ma una ricerca oggi vuole purtroppo ridimensionare la questione relativa all’ambiente. In questi luoghi infatti non circolano solo bestie selvatiche, ma prende sempre più piede la questione relativa agli allevamenti intensivi.


Ed ecco qui che dall’essere il magazzino di circa un quarto del carbonio terrestre, i prati di montagna divengono una vera e propria fabbrica di gas serra. Lo testimonia uno studio dell’International Institute for Applied Systems Analysis di Laxenburg, in Austria. Questi scienziati hanno cercato di allegare a tale novità alcune cifre in grado di spiegare un tale cambiamento.

La bilancia si è spostata

Lo studio apparso su Nature Communications sostiene ad esempio che nell’anno 2012 i prati di montagna che ospitano i pascoli intensivi abbiano generato quantitativi spropositati di metano e di ossido di diazoto. Per la precisione, parliamo di cifre 2.5 volte maggiori rispetto a quelle stimate per il 1750.

Il danno ovviamente è causato dall’aumento esponenziale dei capi di bestiame. Questi vanno cresciuti e cibati: successivamente alla digestione, il letame prodotto sprigiona gas nocivi per il nostro Pianeta. I prati, silenziosamente, sono capaci di effettuare un lavoro di stoccaggio dei gas serra anche migliore delle foreste. A causa degli allevamenti intensivi però stiamo assistendo ad un bug del sistema. In questa realtà sono generate più emissioni rispetto a quante effettivamente ne vengano incamerate.

Una realtà dunque tristemente poco nota. Il tutto sempre e rigorosamente a causa di un comportamento umano spropositatamente incentrato sul proprio benessere e non su quello della Terra di cui è ospite.

 

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