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PARIGI, CINQUE ANNI DOPO: GRETA THUNBERG CHIEDE MENO PAROLE E PIÙ FATTI

Quando si parla di questione ambientale, uno dei punti cardine rimane quello di una necessità di miglioramento rispetto all’analisi di alcuni dati. Il nostro Pianeta, fin dalla rivoluzione industriale, sta vedendo peggiorare le sue condizioni. In questo modo ci stiamo mettendo i bastoni tra le ruote da soli. Greta Thunberg conosce benissimo la questione, ed ha approfittato di una ricorrenza molto importante per far sentire nuovamente la sua voce.


Proprio sabato scorso infatti il calendario ha fatto segnare i cinque anni dalla firma degli “Accordi di Parigi” del 2015, firmati dalla maggior parte dei paesi membri della UNFCCC (Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici).

Noi siamo la speranza

Le parole di Greta Thunberg non sono mai banali. La piccola attivista con il tempo sta realizzando di essere un faro rispetto alla questione ambientale per moltissime persone in giro per il mondo. La sua comunicazione dunque è sempre molto curata e mirata: i moniti sono tristemente veritieri, ma la fiducia nel genere umano non manca mai.

In un videomessaggio pubblicato con il suo account Twitter, Greta Thunberg ha deciso di scagliarsi contro il mondo della politica. Sempre molto disponibile al dialogo, la giovanissima svedese sembra aver perso la pazienza. La ricorrenza dei cinque anni dagli accordi di Parigi infatti segna un capitolo molto triste per la nostra specie.

I cinque anni trascorsi – sostiene Greta Thunberg – sono stati i più caldi mai registrati sulla Terra. Ciò significa che le parole altisonanti pronunciate dalla classe politica hanno avuto una valenza prettamente di facciata. La giovanissima però non ha intenzione di fare nemmeno un passo indietro nella sua battaglia, ricordando a chi la ascolta che quest’ultima non è personale ma appartiene a tutti i cittadini del mondo.

L’invito dunque è quello a più fatti e meno parole: “C’è una speranza, e risiede nella capacità delle persone comuni di prendere coscienza della situazione d’emergenza: uniamoci e diffondiamo la consapevolezza, allora potremo agire”.

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