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ACQUA BENE COMUNE PER POCHI: UNA PERSONA SU TRE NON PUÒ UTILIZZARLA

In questo momento storico ci focalizziamo molto spesso su quelli che dovrebbero essere i beni condivisi dalla totalità del genere umano. Nonostante sia il 2020 infatti, ancora esistono delle disparità in merito a dei beni di prima necessità ai quali tutti dovrebbero avere accesso.


Si tratta di un discorso di cui sentiamo parlare davvero frequentemente. Se però questa differenza continua a far registrare numeri impietosi, significa che le cose non stanno andando come avremmo sperato. L’acqua ad esempio è un bene prezioso che purtroppo ancora oggi non è a disposizione di tutti in egual maniera. Facendo mente locale, possiamo accorgerci del fatto che negli ultimi mesi questo semplice liquido abbia acquisito ancora più valore.

Non per tutti

Troppo facile infatti dire “lavatevi continuamente le mani per più di 20 secondi” se poi a mancare è proprio la disponibilità dell’acqua. Negli ultimi giorni Oxfam, ong volta alla riduzione della povertà su scala globale, ha palesato alcune cifre che fanno rabbrividire non appena vengono esaminate con sufficiente lucidità.

Se pensiamo infatti che su scala globale circa una persona su tre non ha accesso a dell’acqua pulita, ci rendiamo conto di come la pandemia potrebbe causare dei danni ancora maggiori.

Tre miliardi non hanno la possibilità di lavarsi le mani in casa.

Esiste una terribile correlazione rispetto ai luoghi dove manca la possibilità di usufruire di questo prezioso bene e le aree colpite da guerre. Nonostante ciò, l’organizzazione no profit afferma:

In media in Paesi come Yemen o Siria, e in molti paesi dell’Africa un bambino sotto i 5 anni ha una probabilità 20 volte maggiore di morire per l’uso di acqua contaminata, che a causa di conflitti e violenza.

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