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MESSICO, NEL 2019 SONO BRUCIATI PIÙ DI 300 MILA ETTARI DI BOSCHI

Quando si parla di disboscamento, si finisce a parlare sempre delle stesse aree. È chiaro, leggere una notizia riguardante la Foresta Amazzonica fa un certo effetto, vista la costanza con cui l’uomo inficia sul polmone più grande presente sul nostro Pianeta.


Per quanto i mass media si possano concentrare però dove questi eventi sono più frequenti però, questo non significa che un certo tipo di avvenimenti possano verificarsi esclusivamente in quel contesto. Purtroppo, in lungo e in largo, l’uomo tende a privilegiare gli interessi economici rispetto a quelli ambientali. Le distanze sono siderali e per una cosa che avviene dall’altro lato del mondo possiamo fare ben poco oltre a indignarci.

Peggio di quanto possa sembrare

I motivi sono sempre i medesimi, cioè la necessita di ulteriore spazio per costruire strutture edilizie volte al lucro o, quando va “meglio”, per aumentare i terreni coltivabili. Alcuni dati riportati dalla Global Forest Watch, piattaforma volta a monitorare lo stato delle aree verdi sul nostro Pianeta, mostrano un decremento di queste in Messico abbastanza spaventoso.

Parliamo di circa 321.000 ettari di foresta bruciati nel solo 2019, dei quali purtroppo si è parlato ben poco fino ad oggi. Nel 2001 furono rasi al suolo addirittura 4 milioni di ettari, per un area grande circa quanto il Portogallo. Tra le cause riportate per questa enorme tragedia si annoverano monocolture, turismo e casualità. Non occorre un occhio troppo esperto però per cogliere l’origine dolosa delle fiamme.

Le autorità parlano anche di un interessamento della criminalità organizzata. La rivendita illecita di legname è un problema che affligge questa zona da moltissimi anni. Le mafie locali hanno indubbiamente tratto interesse da questi numeri spaventosi.

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