Curiosità

Orsi marsicani: ecco come evitare la loro estinzione

La Storia

La Marsica è una regione storico-geografica dell’entroterra abruzzese, in provincia dell’Aquila, storicamente da considerarsi come la zona abitata in epoca antica dai Marsi, popolo italico di lingua osco-umbra, stanziato nel I millennio a.C. nel territorio circostante il lago Fucino e nelle aree limitrofe. Oggi essa si estende per circa 1.906 km² su una superficie territoriale che comprende 37 comuni della Provincia dell’Aquila per un totale di circa 132 000 abitanti, con capoluogo Avezzano.

 

Circa nel 350 A.C., Roma, dopo una sanguinosa guerra in cui i suoi eserciti rischiarono la sconfitta per mano dei marsi, scese a patti con quegli indomiti guerrieri e si trovò costretta a concedere loro la cittadinanza romana, con tutti i diritti ad essa connessi. In quel modo, però, i romani riuscirono anche a schierare tra le loro fila quelli che si darebbero rivelati i più valorosi guerrieri del mondo antico e con cui formarono i propri reparti d’elite, compresi i Pretoriani degli Imperatori.

 

La Fauna

Questo territorio è stato, per millenni, benedetto dalla presenza di una ricchissima fauna, ancora oggi composta da 67 specie di mammiferi, 230 di uccelli, 14 di rettili, 12 di anfibi, 15 di pesci, e 4.764 specie di insetti.

Pur facendo lunghe e, spesso impervie escursioni, non è facile avvistare gli animali, soprattutto i grandi mammiferi,  poiché essi sono, per lo più, elusivi. Però, in particolari circostanze o stagioni dell’anno, è possibile osservare anche gli animali più spettacolari e rappresentativi del Parco, come il camoscio appennico,  il lupo, il cervo, l’aquila reale e Sua Maestà l’orso bruno marsicanoche, a volte, nelle ore serali e notturne, scorazza nel centro dei paesini montani.

 

 

Quanti sono attualmente gli orsi?

Secondo le stime dell’IUCN, l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, la popolazione di orso bruno marsicano (Ursus arctos ssp. Marsicanus) conterebbe, all’incirca, 50 individui. La specie, dunque, è stata inserita nella lista rossa e considerata come in pericolo critico.

«L’orso bruno marsicano è una delle sottospecie più iconiche e rappresentative del nostro Paese e, nonostante sia protetto da leggi italiane ed europee, nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, unico areale della specie, vivono oggi solo 50 individui –ha spiegato il WWF –. Una popolazione così ristretta e isolata in un territorio dalle dimensioni ridotte, se non agiamo subito è destinata all’estinzione».

Ed è per questo che il WWF ha lanciato la campagna Orso 2X50 per la tutela di uno dei mammiferi più rari d’Europa.

 

Quali sono le misure necessarie

L’impresa potrebbe apparire disperata. Eppure, con l’aiuto delle Istituzioni, il futuro dell’orso marsicano potrebbe essere meno incerto.

Raddoppiare entro il 2050 la popolazione di orso marsicano è possibile se vengono attuate le giuste misure.

Il WWF ha articolato in 5 punti il progetto per la salvaguardia del plantigrade:

 

Al Ministero dell’Ambientesi richiede di indicare nella Direttiva annuale attività dirette alla conservazione della biodiversità;

Al Governo e Parlamentosi richiede di proporre una legge speciale di rete ecologica per l’orso, con 6 milioni di Euro da stanziare in 3 anni;

Ai Parchi Nazionalisi richiede di istituire o completare l’istituzione delle Aree Contigue previste dall’art. 32 della Legge quadro n. 394/1991 per contribuire alla creazione della Rete ecologica Italiana nell’Appennino Centrale a tutela della specie;

Alle Regioni si richiede di favorire le intese con i Parchi Nazionali per l’istituzione delle Aree Contigue, mentre ai Comuni che ricadono all’interno dell’areale potenziale dell’orso marsicano è chiesto di emanare opportuni regolamenti per mettere in sicurezza le possibili risorse trofiche (pollai, rifiuti, carotai) localizzate all’interno dei paesi, allo scopo di ridurre gli episodi di “orsi confidenti”.

All’interno del Piano d’Azione per la Tutela dell’Orso Marsicano si chiede di promuovere progetti LIFE a scala di popolazione e inserire nella programmazione nazionale alcuni fondi comunitari, tra cui PAC e Fondi strutturali e di coesione, per misure specifiche per la tutela della specie

 

 

 

 

 

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