AmbienteCuriositàSalute e benessere

Economia circolare:il bio carburante come sostituire il petrolio riciclando i rifiuti

Cenni storici

Contrariamente a quanto generalmente si crede, dalla seconda metà dell’Ottocento e già subito dopo il secondo conflitto mondiale, i biocarburanti dominavano il mercato dell’energia, mentre le tecnologie per lo sfruttamento del greggio facevano appena la loro comparsa, per poi conoscere un incredibile sviluppo ed innumerevoli applicazioni dalla fine della guerra in avanti. Negli anni ‘70, con la crisi petrolifera causata dallo scoppio della guerra dello Yom Kippur, l’attenzione del mondo e della scienza tornò sulla necessità di produrre energia da fonti rinnovabili.

In anni recenti, la crescita della competizione con le raffinerie in Asia e in Medio Oriente unita alla riduzione del margine della lavorazione del greggio da un lato e le misure imposte dall’Europa per fronteggiare i cambiamenti climatici dall’altro – Direttiva Europea che prevede entro il 2018 la riduzione delle emissioni di CO2 del 60% su tutta la filiera per gli impianti in uso dal 2015 – hanno spinto alcune delle più grandi multinazionali dell’Oil & Gas al mondo a intraprendere un percorso di decarbonizzazione e di sviluppo delle energie da fonti alternative nell’ambito del quale si inserisce la produzione di biofuel di qualità.

Iniziative concrete per sostituire il petrolio

Nel 2012 Eni ha depositato il brevetto del processo che dà vita alla prima riconversione al mondo di una raffineria in bioraffineria ed al primo carburante con il 15% di componente vegetale, Enidiesel+. Dopo la trasformazione della bioraffineria Eni di Venezia, a Porto Marghera, anche quella di Gela, in Sicilia, nell’agosto 2019 ha avviato la produzione esclusivamente green ed è stata inaugurata ufficialmente il 25 settembre scorso.

Iniziato 3 anni prima, il processo di riconversione è stato completato dopo oltre 3 milioni di ore di lavoro di Eni e delle imprese terze e 294 milioni di euro, a cui si aggiungono ulteriori 73 milioni di investimento previsti per ulteriori attività propedeutiche e per la realizzazione del futuro impianto per il pre-trattamento delle biomasse, che verrà completato entro il terzo trimestre 2020.

L’impianto ha una capacità di lavorazione fino a 750.000 tonnellate annue e sfrutta la tecnologia Ecofining™ che consente di trattare fino al 100% degli scarti organici – gli avanzi di cucina -, oli esausti, grassi animali e sottoprodotti derivanti dalla lavorazione dell’olio di palma per produrre biocarburante di alta qualità.

Nuova vita per i nostri rifiuti

A fine dicembre 2018, nelle aree della bioraffineria di Gela, è stato anche avviato l’impianto pilota Waste to Fuel che, grazie a una tecnologia proprietaria, trasforma la frazione organica dei rifiuti solidi urbani (FORSU), costituita dagli avanzi e dai residui di cibo, ma anche dagli scarti dell’industria agroalimentare, in bio olio, bio metano e acqua.

L’impianto è gestito da Syndial, società ambientale di Eni, e viene alimentato con 700 kg/giorno di raccolta “umida” per una produzione pari a circa 70 kg/giorno di bio olio. La sperimentazione consentirà di acquisire le informazioni necessarie per la progettazione di nuovi impianti su scala industriale che Syndial costruirà in altri siti in Italia.

Back to top button
Privacy