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Le immagini che hanno fatto la storia

Vi siete mai chiesti da dove derivino le nostre “convenzioni visive”? Come mai sappiamo riconoscere con una semplice occhiata una figura che rappresenta un’onda, un’esplosione atomica, una pianta? Queste “icone” sono ricorrenti nell’immaginario visivo quotidiano: le vediamo continuamente, le osserviamo inconsciamente, le assimiliamo.

Ciascuna immagine che oggi possiamo definire “convenzionale” (come ad esempio la struttura di un atomo, le creature fantastiche della letteratura o gli elementi naturali ricorrenti nella storia dell’arte) ha avuto nel corso dei secoli un impatto sociale e culturale, attraverso i più popolari mezzi di diffusione: il cinema, il fumetto, la pubblicità. Il volume “Nature Immaginate”(scritto a quattro mani da Massimiano Bucchi ed Elena Canadelli), edito da Aboca e arricchito da 250 fotografie, analizza nel dettaglio le immagini che hanno fatto la storia e che sopravvivono ancora oggi nell’immaginario collettivo, quelle immagini che nel corso dei secoli hanno cambiato il nostro modo di vedere la Natura.

Diverso è, invece, il punto di vista del fotografo Gianluca Balocco, che nel suo libro fotografico “Naked Plants”, anch’esso edito da Aboca, ha deciso di intraprendere il percorso opposto: spogliando le piante della loro terra, estraendole con le loro radici e esponendole appese a fili trasparenti, le ha umanizzate: il loro ruolo marginale e puramente decorativo viene completamente sovvertito, le piante diventano umane protagoniste di un diario che percorre un viaggio nelle suggestioni visive di strani corpi sospesi. La luce che li attraversa rivela il tema della vita, la funzione dello spazio, il mondo naturale e innaturale che ci circonda.

“Sento di vivere su questa terra in sintonia con ciascuno dei suoi elementi e la rispetto nelle sue radici più incerte e misteriose” dice Balocco: “Le piante sanno comunicare in moltissimi modi a noi sconosciuti”. Grazie a questi due volumi Aboca, il ruolo immaginifico della Natura e dei suoi frutti diventa più che mai tangibile, e ci costringe a un’empatia con elementi preziosi che troppo spesso diamo per scontati.