Non combattere il cambiamento climatico è un crimine contro l’umanità: la legge che cambia tutto

il cambiamento climatico sarà un crimine contro l'umanitàil cambiamento climatico sarà un crimine contro l'umanità

Le azioni climatiche insufficienti sono ora considerate violazioni dei diritti umani, secondo l'UE - biopianeta.it

Una sentenza che prova a rendere le iniziative per il clima non solo questioni di politica ambientale, ma obblighi giuridici e morali.

La crisi climatica si manifesta ormai continuamente attraverso eventi meteorologici sempre più devastanti. I governi hanno da tempo adottato misure per mitigarne gli impatti, ma spesso questi tentativi di risposta si traducono in politiche climatiche troppo deboli e incapaci di risolvere davvero i problemi.

Mentre la comunità internazionale si concentra su provvedimenti come l’Accordo di Parigi, le azioni concrete a livello nazionale spesso non si sono dimostrate all’altezza degli impegni presi. Questa discrepanza tra promesse e azioni ha recentemente trovato un nuovo campo di battaglia: i tribunali.

L’inaspettato teatro di queste battaglie legali è la Corte Europea dei Diritti Umani (CEDU), che ha recentemente pronunciato una sentenza rivoluzionaria, con cui intende combattere le azioni che governi e aziende prendono contro il cambiamento climatico ma che si rivelano insufficienti: non saranno più trattate solo come mancanze amministrative, ma come vere e proprie violazioni dei diritti umani.

La sentenza che rende il cambiamento climatico un crimine contro l’umanità

La vicenda ha avuto origine grazie a un gruppo di cittadine svizzere, conosciute come le KlimaSeniorinnen, che hanno portato il proprio governo davanti alla CEDU, sostenendo che l’inazione svizzera sul fronte climatico mettesse particolarmente a rischio le loro vite, soprattutto a causa dell’aumento delle ondate di calore.

La sentenza UE potrebbe avere un impatto significativo sulle politiche climatiche e sulle pratiche di molte aziende – biopianeta.it

La Corte, sorprendentemente, si è pronunciata a favore delle querelanti, riconoscendo che l’inadeguatezza delle misure climatiche adottate dalla Svizzera costituisce una violazione della Convenzione Europea dei Diritti Umani.

Questo verdetto è ancora più importante se si considera che, potenzialmente, quindi la strada ad altre cause legali che potrebbero obbligare i governi e le aziende a rivedere e intensificare i loro sforzi nella lotta contro il cambiamento climatico. Questo giudizio si basa sul riconoscimento che ogni cittadino ha il diritto a un ambiente sicuro e salubre, e che i governi hanno il dovere di proteggere tale diritto con politiche efficaci e adeguate.

Nonostante il caso sia radicato in specifiche politiche nazionali, l’eco della sentenza della CEDU si è già fatto sentire in tutto il mondo. Giuristi e ambientalisti ritengono che questo verdetto possa influenzare non solo le future decisioni legali europee, ma anche quelle di altri continenti. Simili cause legali sono già in corso negli Stati Uniti e in altre parti del mondo, dove le corti stanno iniziando a interpretare le inazioni sul cambiamento climatico come violazioni dei diritti umani.

Paolo Pontremolesi:
whatsapp